La Spagna fa dubitare ancora i mercati

Dopo un periodo di euforia in seguito all’annuncio di una politica più interventista della Bce, la Spagna ha vissuto un inizio di settimana piuttosto movimentato. Da una parte, il Paese può festeggiare il successo dell’ultima emissione del debito pubblico. Approfittando dell’effetto-Bce ha provocato un calo generalizzato dei tassi di interessi che Madrid deve offrire per […]

Dopo un periodo di euforia in seguito all’annuncio di una politica più interventista della Bce, la Spagna ha vissuto un inizio di settimana piuttosto movimentato.
Da una parte, il Paese può festeggiare il successo dell’ultima emissione del debito pubblico. Approfittando dell’effetto-Bce ha provocato un calo generalizzato dei tassi di interessi che Madrid deve offrire per finanziarsi, 4,6 miliardi di euro di obbligazioni a 12 e 18 mesi sono state piazzate a un rendimento medio rispettivamente del 2,8% e del 3,1%. In entrambi i casi, un livello inferiore a quanto la Spagna aveva dovuto pagare il mese scorso per emissioni analoghe.
D’altra parte, però, le cifre pubblicate dalla Banca di Spagna sono meno rassicuranti. Secondo la Banca centrale, i crediti dubbi sono ulteriormente aumentati a luglio raggiungendo il 9,86% del totale. A luglio 2011, questa percentuale si fermava al 6,93%, un indicatore che la dice lunga sul peggioramento della congiuntura economica del Paese e sulle crescenti difficoltà delle famiglie spagnole.
A tutto questo si aggiunge l’erosione dei depositi presso le banche. A luglio 29,8 miliardi di euro sono stati ritirati, un record assoluto. In un anno, 77 miliardi di euro hanno lasciato le banche del Paese, rendendo queste ultime sempre più dipendenti dai finanziamenti della Banca centrale europea per assicurare la loro sopravvivenza.
Secondo gli analisti di Soldi Sette è poco probabile che la semplice prospettiva di un intervento della Bce in caso di bisogno basti a calmare in modo duraturo i mercati. D’altronde, la palla è nelle mani di Madrid perché se la Bce è disposta a acquistare il debito del Paese che ne farà domanda, il Governo spagnolo esita ancora a fare questo passo, per paura di dover sopportare l’ingerenza nella gestione delle finanze.
Gli investitori attendono dunque una domanda formale di Madrid prima di ridare fiducia alla Spagna.

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