La7 non si vende a tutti

Che La7 fosse in vendita lo si sapeva da tempo, ma ieri le cose sono divenute più chiare, dopo che, con una nota, il Biscione Mediaset ha messo nero su bianco che non parteciperà alla gara per rilevare gli asset di Telecom Italia Media, sottolineando che “già a luglio l’esame dei dati in possesso ha […]

Che La7 fosse in vendita lo si sapeva da tempo, ma ieri le cose sono divenute più chiare, dopo che, con una nota, il Biscione Mediaset ha messo nero su bianco che non parteciperà alla gara per rilevare gli asset di Telecom Italia Media, sottolineando che “già a luglio l’esame dei dati in possesso ha ribadito l’orientamento che ha sempre sconsigliato alla nostra società qualsiasi impegno relativo agli asset in vendita del gruppo Telecom. Orientamento che non si è mai modificato e che confermiamo a tutt’oggi”. Il gruppo, dice la nota, è pertanto estraneo all’operazione “fin da prima della pausa estiva” e auspica ora che “il processo di cessione prosegua con successo – e con nuove brillanti performance borsistiche – senza più utilizzare il nome della nostra società per creare visibilità e interesse intorno alla dismissione di un’attività in cerca di acquirenti che vanta risultati di bilancio da sempre negativi”.
Contestando poi recenti ricostruzioni comparse sulla stampa, secondo cui il gruppo Mediaset sarebbe stato escluso dall’accesso ai dati sensibili di Telecom Italia Media contenuti nell’information memorandum per i rischi regolatori connessi a un’operazione di questo tipo, Mediaset ha spiegato di aver ricevuto il 15 giugno “un formale invito da Mediobanca a manifestare eventuale interesse per ottenere l’information memorandum relativo alla cessione”, interesse che “è stato confermato da Mediaset il 22 giugno”. Poi, a luglio, la decisione di non partecipare.
Brutto colpo, comunque, per Piersilvio Berlusconi, che a maggio si era dimesso da vicepresidente esecutivo della holding di famiglia, per entrare nel cda di Mediobanca che lo ha cooptato dopo le dimissioni di Pierre Lefevre dalla carica di amministratore e componente del comitato per il controllo interno e in sostituzione della sorella Marina, assieme a Vanessa Laberenne, entrata al posto del finanziere bretone Vincent Bolloré.
E Dago Spia già allora disse (le cose sono poi peggiorate), che Mediaset in Borsa risultava in forte calo, con una cessione del titolo di quasi il 12%.
Comunque stiano le cose (di solito l’uscita dalla politica fa calare il patrimonio di Berlusconi & Company), dopo la nota di Mediaset il presidente esecutivo di Telecom Franco Bernabè, rispondendo alle domande sulle offerte arrivate per La7, ha detto che lui “non si vende a qualsiasi prezzo” e che “nella valutazione si terrà conto del prezzo e del progetto industriale”.
Ricordiamo che già a maggio Franco Bernabè aveva fissato da subito dei paletti, dichiarando che la cessione, se avverrà, dovrà “salvaguardare il ruolo e la funzione de La7” con “la salvaguardia dei valori che La7 ha creato in questi anni”.
E, sempre a maggio, l’amministratore delegato di TiMedia, Giovanni Stella, durante una conference call, aveva spiegato che la società comunque controllerà da una parte l’operatore di rete e dall’altra i canali tv, ovvero La7, La7d e il 51% di Mtv. E precisato di vedere “estremamente difficile un’uscita totale, anche se non la escluso, dalle frequenze tv che potrebbero essere trasformate in frequenze telefoniche”. Quanto a Mtv chiarito che si sta lavorando su come intervenire sul palinsesto del canale 8 trasformandolo da musicale in generalista, dicendo: “potremmo pensare di trasferire a Viacom dei canali non più core, limitando così l’approccio finanziario per ristrutturare il canale 8”.
Ciò che si sa per ora, è che il termine per le offerte è fissato al 24 settembre e che in pole-position, pare, ci sia Newscorp, che in Italia controlla Sky e il canale in chiaro Cielo, ma esistono ben altre 14 offerte, alcune delle quali con notevoli garanzie. Ma si fanno anche altri nomi e da tempo: ad esempio quello di Carlo De Benedetti, presidente del gruppo L’Espresso, quello di Urbano Cairo di Cairo Communication (attuale concessionaria di pubblicità de La 7 che ha portato nelle casse dell’emittente discreti proventi),; del finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar e, in secondo piano, dell’emiro del Qatar patron di Al Jazeera, del gruppo Bertelsmann e di Diego Della Valle che, nel frattempo e così come aveva annunciato proprio su La7 lunedì, e’ salito dal 5,499% all’8,695% di Rcs Mediagroup, divenendone il quarto socio dopo Giuseppe Rotelli, Mediobanca e Fiat.
La mossa di Della Valle apre nuovi scenari perché molto probabilmente finalizzata al riposizionamento dell’imprenditore all’interno dello scacchiere che controlla la società proprietaria del Corriere della Sera. Tutto ruota attorno al business plan che l’ad Pietro Scott Jovane sta predisponendo e che dovrebbe presentare nei prossimi mesi: un primo assaggio e’ atteso all’assemblea del 16 ottobre per l’abbattimento del capitale in seguito alle perdite causate dalla svalutazione di Unidad Editorial. Il piano dovrebbe prevedere un rafforzamento patrimoniale, che passerà probabilmente dall’aumento al quale vuole partecipare Della Valle e al quale punta Rotelli, forte del 16,55%, quota per ora non ritoccata. La ricapitalizzazione potrebbe portare a una modifica dei pesi in campo, tanto che c’e’ chi ipotizza anche la nascita di un nuovo asse, che vedrà il proprietario dell’ospedale San Donato alleato di Intesa Sanpaolo, con mr Tod’s che giochera’ un ruolo da protagonista. Magari puntando sul fatto che alcuni pattisti potrebbero non aderire all’operazione. E se Mediobanca fara’ la sua parte, l’attenzione e’ tutta sulla Fiat: a Torino devono ancora sciogliere il nodo. E forse anche l’operazione La7 fa parte del piano.
Intanto il titolo Ti Media si surriscalda in Borsa: guadagnando il 13,51% ieri e l’11,69 oggi, in apertura.
Per Mediaset, invece, già a fine agosto Mediobanca (sempre lei), con un suo report, aveva indotto dei dubbi sulle reali capacità del titolo, il cui prezzo, secondo gli esperti, risulta essere di ben 33 volte superiore agli utili attesi per quest’anno.

Carlo Di Stanislao

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