Da Copacabana con furore

Cesare Battisti ha imparato benissimo a gestire la popolarità che, da alcuni anni a questa parte, sembra essersi invaghita di lui, una sorta di donna fatale alla quale è impossibile resistere in grado di trasformare dei perfetti sconosciuti in delle star internazionali; il giorno prima non si è nessuno, il giorno dopo si è finiti […]

Cesare Battisti ha imparato benissimo a gestire la popolarità che, da alcuni anni a questa parte, sembra essersi invaghita di lui, una sorta di donna fatale alla quale è impossibile resistere in grado di trasformare dei perfetti sconosciuti in delle star internazionali; il giorno prima non si è nessuno, il giorno dopo si è finiti sotto i riflettori ignorandone i motivi, una regola questa dalla difficile comprensione, affascinante e misteriosa, che ha lambito anche la durissima esistenza di un ex terrorista.
Certo non è facile lasciarsi alle spalle un passato imbevuto di frequentazioni sbagliate, violenze, sparatorie ed omicidi, ma Battisti dopo avere dispensato nel nostro paese lacrime e sangue in abbondanza (anche se lui a più riprese ha negato tutto) ed aver goduto di un ameno soggiorno in Francia, in Brasile sembra essersi ritagliato il ruolo che più gli aggrada, quello di personaggio scomodo ma famoso, una simpatica canaglia o, meglio ancora, un cavaliere errante che in questo paradiso tropicale ha raggiunto l’approdo ideale e, al contempo, il trampolino di lancio per nuove elettrizzanti esperienze.
Ed effettivamente una sensazione di erculea energia tratteggia con ossessiva evidenza il comportamento dell’ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo, quasi che dentro di lui bruciasse un fuoco misterioso, di cui Battisti ignora forse le origini ma, che una volta acceso, non ha nessuna intenzione di lasciare estinguere; il fuoco regala vigore, stimola le riflessioni, accresce la fiducia in se stessi, a Battisti poi ha dato una marcia in più, vale a dire fama e popolarità (molto vicina in Brasile a quella di alcune stelle del calcio), accompagnate da una arroganza latente che il nostro “eroe” sbandiera ogni volta che se ne presenta l’occasione.
Battisti sprizza energia da tutti i pori, ama circondarsi di giornalisti e di ammiratori, frequenta le belle donne ma sul serio, e non a chiacchiere come alcuni politici nostrani; le differenze ci sono e vanno sottolineate, e così Silvio Berlusconi in un’intervista rilasciata prima del tracollo del governo affermò, nell’ilarità generale, di aver avuto più relazioni di Mussolini, Battisti per contro non si copre di ridicolo raccontando barzellette ma agisce, e dopo aver fatto ingoiare litri di fiele a La Russa, Gasparri e Cicchitto, si gode i tramonti brasiliani arricchendoli di sesso sfrenato e divertimenti.
Dopo un passato a tinte fosche, dunque, un presente da favola, mentre il futuro è tutto da programmare, ovviamente in positivo ed al caldo dei tropici.
D’altronde, ogni personaggio ha la vita che merita, ed uno come Battisti con i nanerottoli del centrodestra ci va a nozze mentre il centrosinistra, che pure condannò la sua mancata estradizione in Italia, troppo preso dalle sue beghe interne ha perso un’ottima occasione per tornare protagonista e dire la sua su di una vicenda a mezza strada tra il grottesco ed il giallo internazionale.
L’ex terrorista invece di cose da dire ne ha, e dopo una sua misteriosa “sparizione”(aveva semplicemente cambiato residenza), l’11 agosto ha rilasciato una intervista, incredibile come lui; splendido lo scenario, quello di Copacabana, meno diplomatiche le parole che non hanno risparmiato insulti a nessuno: “Sarkozy è machiavellico, un voltagabbana, un uomo che vuole solo il potere e che è passato su tutto e su tutti, che ha tradito i suoi stessi compagni, che ha tradito persino Chirac. …Obama è un pagliaccio, come tutti i politici”. Interessanti, e per chi scrive tutto sommato condivisibili, anche gli attacchi al regime di Cuba ed al comunismo: “a Cuba stanno più o meno costruendo l’uguaglianza, ma dov’è la libertà? Il comunismo è costruire la libertà con l’uguaglianza, altrimenti non è comunismo”.
Pensieri espressi in assoluta libertà, insulti gratuiti, una filosofia da cazzotto nello stomaco, vero è che le spiagge di Rio sono talmente incantevoli da perdonare tutto, perfino una esternazione squisitamente diffamatoria, a metà strada tra una conferenza stampa (l’intervista è stata rilasciata a Carta Maior, giornale on-line molto vicino alla sinistra brasiliana radicale) ed una esibizione da teatro rionale, e tuttavia è un autentico peccato che un evento del genere sia stato pressoché ignorato dal nostro paese.
Gli Italiani sono alle prese con ben altri problemi eppure gli sproloqui di un Battisti così caustico, aggressivo ed antipatico come non mai, avrebbero meritato un minimo di attenzione, e lo stesso vale per il tono politico della sua requisitoria, indubbiamente ricca di doppi sensi e di allusioni che forse il tempo renderanno più visibili; moltissime famiglie italiane sono attanagliate da una crisi che loro stesse hanno contribuito ad irrobustire tramite un tenore di vita spesso ai limiti, se non al di sopra delle proprie disponibilità, oltre che disorientate, peggio inebetite da messaggi mediatici allucinanti e personaggi da barzelletta, per Battisti invece il percorso è al contrario, vincente ed apparentemente senza ostacoli.
I tempi duri appartengono ad uno sbiadito passato, il presente è, almeno nella sua ottica, ricchissimo di soddisfazioni, per programmare il futuro c’è sempre tempo, le rogne intanto continua a procurarle agli altri e lui, c’è da giurarci, ne gode da matti.

Giuseppe Di Braccio

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