L’Aquila: l’Auditorium di Renzo Piano

Il  fabbricato nuovissimo, tre cubi colorati allegramente a tinte pastello, prevalentemente nelle sfumature dal beige al rosso mattone, con inserti dal celeste al verde,   messo nelle immediate vicinanze del Forte Spagnolo, nel parco ad esso adiacente, precisamente nel punto che guarda la Fontana Luminosa, ha suscitato  dispute a non finire su questo connubio di vecchio […]

Il  fabbricato nuovissimo, tre cubi colorati allegramente a tinte pastello, prevalentemente nelle sfumature dal beige al rosso mattone, con inserti dal celeste al verde,   messo nelle immediate vicinanze del Forte Spagnolo, nel parco ad esso adiacente, precisamente nel punto che guarda la Fontana Luminosa, ha suscitato  dispute a non finire su questo connubio di vecchio e di nuovo.

I pessimisti vedono questo fabbricato in relazione allo stato di abbandono del centro storico, case deserte, negozi chiusi ed attività spostate in periferie nuove, senza storia, caotiche e  disordinate; pertanto lo considerano inutile o dannoso rispetto a priorità più urgenti. Giustamente, tanti aquilani, dopo tanto tempo vogliono tornare a casa.

Gli ottimisti considerano  l’Auditorium  una bella novità, un regalo da accettare con gratitudine e gioia, una bella opportunità per il futuro della città, che sempre di più e meglio potrà fregiarsi del titolo di città della cultura e delle arti.

Come conciliare tutte le dispute? Credo che si supererebbero facilmente, se affettivamente il centro storico fatto di  abitazioni, fabbricati pubblici e privati, chiese e monumenti, tornasse a vivere il suo quotidiano così come è stato per tanto tempo, come se lo ricordano gli anziani.

Più tempo passa in dispute poco comprensibili per i non addetti ai lavori, e più diventa  difficile o impossibile far tornare la città alla sua  normalità ante sisma.  Recentemente abbiamo avuto tante  belle promesse  di apertura di cantieri per la ricostruzione del centro, e ci ho anche creduto, per un po’. Ma questa fiducia, o illusione, lentamente si dilegua.

Sarebbe il caso che la politica riguadagnasse un po’ di credibilità come servizio alla comunità, credibilità che si perde sempre più, man mano che in città si trascinano polemiche e ritardi in una quadro di vita politica nazionale certamente non incoraggiante.

Qualche osservazione sulla cura ed il mantenimento di questo nuovo ambiente, il fabbricato ed il suo esterno.  La Società dei Concerti “B. Barattelli” certamente avrà cura dell’auditorium. Ma il suo esterno, un prato perfetto, elegantissimo di erba a lamelle, messo a dimora tutt’intorno al fabbricato insieme a piante ad alto fusto, cosa diventerà nel giro di pochissimo  tempo?  Sarà presto invaso da cartacce, bottiglie e barattoli?

Il mantenimento del verde è innanzitutto compito dei cittadini, cerchiamo dunque di essere rispettosi del verde pubblico, per quanto è possibile. È altresì vero, però, che ci deve essere qualcuno che si occupa della manutenzione, con costanza e competenza. Per gli aquilani e per gli immancabili ospiti che verranno a vedere questo connubio tra vecchio e nuovo.

Emanuela Medoro

2 risposte a “L’Aquila: l’Auditorium di Renzo Piano”

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