Esodati, bocciati e tagliati

Bocciatura senza margini di recupero quella contenuta nella relazione tecnica della Ragioneria generale depositata in commissione Bilancio circa la proposta di legge sugli esodati, approvata dalla commissione Lavoro della Camera e che prevedeva deroghe alla riforma delle pensioni. Bocciata senza appello perché: “determina oneri di rilevante entità, compromettendo gli effetti” della legge Fornero, ha scritto la […]

Bocciatura senza margini di recupero quella contenuta nella relazione tecnica della Ragioneria generale depositata in commissione Bilancio circa la proposta di legge sugli esodati, approvata dalla commissione Lavoro della Camera e che prevedeva deroghe alla riforma delle pensioni. Bocciata senza appello perché: “determina oneri di rilevante entità, compromettendo gli effetti” della legge Fornero, ha scritto la Ragioneria.
Constatata l’assenza di copertura, con il vice presidente della Commissione Lavoro, Giuliano Cazzola (Pdl) che parla senza mezzi termini di scarsa responsabilità da parte di chi ha portato in aula un progetto di legge con una copertura finta, in cui si parla di 5 miliardi quando invece sono 30, nei prossimi 10 anni; ci si barcamena rinviando il testo alla Commissione Lavoro affinché lo modifichi, mentre si cercano affannosamente i miliardi mancanti.
Gli esodati, attacca il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, “hanno ragione a protestare perché in questi mesi si sono sentiti ripetere solo bugie. E’ una bugia quella del ministro Fornero quando afferma che non c’è un esodato che non prende lo stipendio. Ci sono eccome. Ci sono una miriade di esodati che non prendono lo stipendio da mesi e chi dice il contrario, come Elsa Fornero che ricopre il ruolo di un pubblico ufficiale, dovrebbe essere perseguito penalmente”.
“E’ un’altra bugia enorme -ha attaccato il presidente Idv- dire che non ci sono i soldi per sanare la situazione degli esodati. Ci sono” e l’Idv ha presentato una proposta di legge che “indica dove andarli a prendere: innanzitutto dagli scudati che, come premio per aver derubato lo Stato, pagano solo il 6,5% di tasse; dalle casse dell’Inps che per il sesto anno consecutivo e’ in attivo; dai grandi patrimoni e dalle rendite finanziarie; dalla riduzione dei costi della politica che sono rimasti nella sostanza intatti; dal taglio delle folli spese militari”.
Da Susanna Camusso, intanto, arriva un avvertimento al governo in vista dell’incontro a Palazzo Chigi: la legge di stabilità è una “manovra mascherata”. E se non arriveranno risposte su reddito e lavoro, si andrà allo sciopero generale, dice il leader della Cgil.
Questa mattina la leader della Cgil al presidio dei sindacati per gli esodati a piazza Montecitorio, ha minacciato lo sciopero generale, non chiarendo però se la mobilitazione sarà unitaria con Cisl e Uil o da soli.
“Chiedete a lui”, ha detto, indicando il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che al presidio ha annunciato che le proteste continueranno “finché anche l’ultimo esodato non sarà garantito dalle leggi della Repubblica preesistenti alla riforma Fornero, che non ha avuto alcuna legittimazione da parte delle parti sociali visto che non c’è stato alcun confronto”.
L’incontro pomeridiano a Palazzo Chigi preoccupa non poco anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. “Ieri pomeriggio”, ha spiegato Squinzi, “c’è stata la convocazione a sorpresa di Palazzo Chigi per oggi con le parti sociali per un confronto sulla legge di stabilità”, intervenendo all’assemblea dell’Anima, l’associazione dell’industria meccanica. E non nasconde i suoi timori. “Siamo un po’ preoccupati perché normalmente quando avvengono queste convocazioni non credo sia per annunciarci notizie che portano entusiasmo”.
Sicuramente quella in corso sarà una riunione vivace, con molti i temi “caldi” annunciati tra i contenuti: dai tagli ulteriori per il Pubblico impiego e gli enti territoriali, passando da nuove riduzioni di spesa per il comparto Sanità, che vedono il ministro Balduzzi schierato per un ripensamento che non penalizzi ulteriormente la spesa sanitaria. In tutto, una manovra da almeno 10 miliardi di euro che ha tra gli obiettivi il blocco dell’aumento dell’Iva nel luglio 2013.
Come scrive on-line Il Sole 24 Ore, la priorità su cui punta ad incidere la legge riguarda soprattutto la spesa per gli enti territoriali, già oggetto del decreto legge sui costi della politica locale, che hanno subito una stretta che si aggira sui 400-500 milioni di euro. Il taglio sui grandi flussi di spesa dovrebbe aggirarsi intorno a 1-1,2 miliardi di euro per le Regioni ed una cifra simile per le Autonomie speciali, da accompagnarsi ad una riduzione dei fondi già stanziati per l’attuazione del Federalismo. E dagli enti locali, il governo conta poi di poter recuperare ulteriori 500 milioni di euro.
Torna nel mirino del governo il lavoro pubblico torna, con un blocco dei contratti per il 2014 e l’attuazione del “Piano Bondi” su missioni all’estero e rappresentanze diplomatiche.
Tra gli altri obiettivi anche una drastica razionalizzazione per la spesa degli immobili pubblici: in programma un taglio del 20% della spesa sostenuta nel 2011, il blocco di ogni nuova locazione e la riduzione della spesa per gli arredi.
Tra le misure collaterali anche il taglio delle consulenze informatiche nella Pa, paletti per l’acquisto di auto in leasing (tranne che per le Forze dell’ordine) e risparmi obbligati per il consumo di energia elettrica negli Uffici pubblici.
Bisognerà trovare inoltre un tesoretto di 3,2 miliardi, con almeno 2 miliardi che serviranno per finanziare la ricostruzione nelle zone terremotate dell’Emilia-Romagna e il resto che potrebbe essere usato per finanziare il fondo sociale per l’occupazione e gli ammortizzatori sociali.
La legge, poi, potrebbe essere utilizzata anche come veicolo per una rimodulazione della ripartizione della quota erariale e comunale dell’Imu, con l’attribuzione ai Comuni di tutta l’imposta, compensata ovviamente con un taglio dei trasferimenti.
Tra i nodi politici del Consiglio dei ministri di oggi pomeriggio, la riduzione, con esplicita opposizione del ministro della Salute Balduzzi (in linea con sindacati), del Fondo sanitario nazionale; che è invece dato come per recuperare tra i 600milioni di euro ed 1,5 miliardi di euro attraverso l’estensione del cosiddetto “metodo Consip” per le forniture del comparto Sanità (introduzione del criterio del presso di riferimento alle condizioni di miglior efficienza e innalzamento dal 5 al 10% del taglio lineare sui contratti d’appalto).
Ciò che è comunque certo è che occorre reperire 10 miliardi di euro, con gli italiani che tremano circa ulteriori riduzioni e sacrifici e Vittorio Grilli che, parlando oggi a Lussemburgo si dichiara o”piuttosto fiducioso” sulla possibilità di mantenere l’obiettivo.
Speriamo comunque si trovino non solo soluzioni per gli esodati, ma anche per la detassazione del salario di produttività, per garantire davvero da ‘investite’ nella produttività da parte delle aziende e quindi per spingere la competitività del sistema Paese.
Unica certezza è che nel pacchetto ci sarà la parola definitiva sul Ponte di Messina. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro Corrado Passera ha annunciato che nella legge di Stabilità sarà detta l’ultima parola sulla vicenda, sottolineando che bisogna tener conto dei pronunciamenti della Commissione europea, che non l’ha inserita fra le priorità, e del Cipe.

Qualche giorno fa il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, era tornato sull’annosa questione, in risposta ad indiscrezioni che parlavano di una riapertura dell’iter, esprimendo un netto parere negativo, suscitando così il plauso delle associazioni ambientaliste che per anni si sono battute per sabotare il progetto.

Carlo Di Stanislao

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