Cieli più bui ?

Vi sono alcune sorprese rispetto alle premesse nel “Patto di Stabilita” varato ieri dal governo, con provvedimenti già annunciati, come nuovi tagli per Regioni, sanità e pubblico impiego, blocco confermato degli aumenti degli statali e anche una stretta sui permessi previsti dalla legge 104 per i disabili o per la cura di parenti affetti da […]

Vi sono alcune sorprese rispetto alle premesse nel “Patto di Stabilita” varato ieri dal governo, con provvedimenti già annunciati, come nuovi tagli per Regioni, sanità e pubblico impiego, blocco confermato degli aumenti degli statali e anche una stretta sui permessi previsti dalla legge 104 per i disabili o per la cura di parenti affetti da handicap, con la retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) che scende al 50%.
Ma vi è anche, a partire dal prossimo anno, il calo dell’Iperf per le due aliquote più basse: quella del 23% (fino a 15mila euro di reddito) che scende al 22 e quella del 27% (da 15.001 a 28.000 euro) portata al 26, con una operazione che costa alla Stato 5 miliardi.
Vi è inoltre, da subito, l’introduzione della tassa sulle tassazioni finanziarie, la famosa Tobin Tax, col governo che si dice convinto che le misure siano coerenti con gli accordi presi in sede europea, ma anche pronto a “fare gli aggiustamenti necessari”. Grilli ha anche precisato che dal “bollo” sulle transazioni finanziarie sono esclusi i titoli di Stato, che, naturalmente, occorre sempre sostenere.
Altra novità la modifica del testo della legge riguardante l’Imu per gli immobili non commerciali e quindi anche della Chiesa, in modo da definire il quadro regolatorio “in tempo per il periodo annuale di imposta”che decorre dal 1 gennaio 2013.
Circa la spending rewiew, le nuove misure di razionalizzazione si basano su un censimento di spesa “aggredibile”, pari a circa 50 miliardi: 11 miliardi per l’acquisto di farmaci, 7 miliardi per i dispositivi medici e 32 miliardi di acquisti per gli investimenti.
Comunque, nonostante tutto questo e l’approvazione di una norma per riuscire a risparmiare sulla corrente, che prevede che le nostre notti saranno meno ricche di illuminazione artificiale, il patto non azzera completamente, come sembrava in un primo momento, l’aumento di due punti dell’Iva previsto per luglio, con l’aliquota massima dell’imposta che crescerà comunque di un punto, portandosi dal 21 al 22%.
La manovra (tale è di fatto il patto), non serve a correggere il deficit di bilancio, ma tra tagli, nuove entrate e spese, gli interventi vengono quantificati dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli in 10 miliardi di euro, che ci servivano nell’immediato.
Come ci si auspicava, è stata anche istituita la figura del Commissario anticorruzione che presiederà la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche. Il Commissario anticorruzione sarà nominato, su proposta dei ministri della Pubblica amministrazione, della Giustizia e dell’Interno, tra persone di notoria indipendenza che hanno avuto esperienza in materia di contrasto alla corruzione e persecuzione degli illeciti nella pubblica amministrazione, con decreto del presidente della Repubblica previa delibera del Consiglio dei ministri e parere favorevole di 2/3 dei componenti delle Commissioni parlamentari competenti. La Commissione potrà avvalersi della guardia di finanza, che agisce con i poteri di indagine per gli accertamenti relativi all’imposta sul valore aggiunto e all’imposta sui redditi, e potrà richiedere indagini, accertamenti e relazioni all’Ispettorato per la funzione pubblica.
L’individuazione di questo Commissario, inoltre, non rallenterà l’iter del provvedimento anticorruzione all’esame del Parlamento.
Lo ha assicurato il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, parlando in conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato la legge di stabilità. La novità inoltre, sottolinea Catricalà, “sarà a costo” zero perché gli altri componenti della commissione “rimoduleranno i loro compensi”.
Nella notte fra lunedì e martedì, ancora, le commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato hanno approvato il ddl anticorruzione, in cui è cambiata la norma che riguarda il collocamento fuori ruolo dei magistrati, sulla quale a lungo hanno discusso i senatori: limite di 10 anni per tutti ad eccezione di chi ha incarichi presso organi elettivi, costituzionali, organismi internazionali, con voto favorevole di tutti i partiti tranne che della Lega Nord.
Durante le lunghe ore della seduta-fiume del consiglio di ieri, era anche corsa voce di uno stanziamento per la produttività, poi prontamente smentita. Ciò che vi è nel testo sono solo le modalità di applicazione dell’agevolazione per la detassazione del contratto di produttività che saranno stabilite “con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, nel rispetto dell’onere massimo fissato al secondo periodo. Ma se il decreto non sarà emanato entro il 15 gennaio 2013, le risorse “sono utilizzate per finanziare misure finalizzate alla riduzione del cuneo fiscale e contributivo individuate con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze e con il ministro del lavoro”.
La legge prevede anche il prolungamento del blocco dei contratti nel Pubblico impiego, il congelamento del meccanismo di calcolo dell’indennità di vacanza contrattuale degli statali, il taglio del 10% degli oneri di rappresentanza che dovrebbe riguardare anche le sedi diplomatiche.
Quanto al ponte sullo stretto, la faraonica opera immaginata da Berlusconi, la legge stanzia 300 milioni per pagare le penalità contrattuali. “Al Fondo per lo sviluppo e la coesione – si legge – è assegnata una dotazione finanziaria aggiuntiva di 300 milioni di euro per l’anno 2013 per far fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione di interventi per i quali sussistano titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in vigore della presente legge”.
E si parla anche di Università, con un budget che potrà crescere del 3% all’anno. Per alcuni enti di ricerca la percentuale sale al 4. Tali limiti sono al netto delle spese per gli arretrati del personale. La bozza infatti prevede che valga quanto stabilito dalla Finanziaria 2006 che prevedeva che “il sistema universitario concorre alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica garantendo che il fabbisogno finanziario da esso complessivamente generato in ciascun anno non sia superiore al fabbisogno determinato a consuntivo nell’esercizio precedente, incrementato del 3 per cento”.
Viene anche istituita una Agenzia per la Coesione, che sarà “sottoposta alla vigilanza del presidente del Consiglio dei ministri attraverso il ministro da lui delegato”, “interviene nella promozione dello sviluppo economico e della coesione economica, sociale e territoriale e nella rimozione degli squilibri economici, sociali, istituzionali e amministrativi del Paese al fine di favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona” anche nel rispetto del Trattato dell’Unione Europea.
Mentre si tagliano di 30 milioni di euro nel 2014 e di altri 30 milioni nel 2015 i Patronati ed arriva la tariffa flat per le intercettazioni telefoniche, con previsione in legge del “ristoro dei costi sostenuti e le modalità di pagamento in forma di canone annuo forfettario, determinato anche in considerazione del numero e della tipologia delle prestazioni complessivamente effettuate nell’anno precedente”.
Certo i 10 miliardi si sono trovati e l’Iperf abbassata per il futuro, ma non si è giunti a non far aumentare l’Iva, né si sono introdotte risorse per lavoro, sviluppo, sanità e istruzione.
Soprattutto è evidente che i tagli alle Asl previste nel decreto di giugno, sono stati letteralmente raddoppiati.
E, inoltre, ancora non si interviene affatto sui grandi patrimoni, come richiesto da Susanna Camusso e Luigi Angeletti e con il sempre cauto Raffaele Bonanni che ora parla di “un vero e proprio massacro”.
E non mancano i primi polemici commenti dei lettori alle edizioni on-line dei diversi quotidiani, infuriati ed amareggiati perché nulla vi è, nelle legge, circa i tagli veri alla politica e solo un generico richiamo ad una riduzione delle auto blu.

Carlo Di Stanislao

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *