Nuovi arresti in tempi pesanti

A proposito di infiltrazione mafiosa a Nord e di politica regionale in piena bufera, tanto per far si che la bufera non passi e lo sfascio sia più che disastroso, arrestato oggi dai Carabinieri di Milano l’assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, accusato di aver comprato un pacchetto di preferenze da due esponenti […]

A proposito di infiltrazione mafiosa a Nord e di politica regionale in piena bufera, tanto per far si che la bufera non passi e lo sfascio sia più che disastroso, arrestato oggi dai Carabinieri di Milano l’assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti, accusato di aver comprato un pacchetto di preferenze da due esponenti della ‘ndrangheta per la sua elezione alle Regionali del 2010.

Nel corso di una tempestiva una conferenza stampa, il pm di Milano Ilda Bocassini, che ha coordinato l’indagine col collega Giuseppe D’Amico, ha spiegato che Zambetti si era rivolto alla ‘ndrangheta “come se fosse una holding” per recuperare i voti necessari alle elezioni, definendo la cosa “devastante per i principi della democrazia”.
E subito il governatore Roberto Formigoni ha annunciato su Twitter di aver revocato le deleghe a Zambetti – accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e scambio di voti con la criminalità organizzata – perché “ciò di cui si parla è estremamente grave”, mentre dall’opposizione del consiglio regionale si leva la richiesta di dimissioni della giunta, visto che diversi consiglieri regionali, compreso Formigoni, risultano indagati in varie inchieste.
Intanto, per par condicio, si legge che anche nel Lazio, ancora sotto sopra per il caso Fiorito, è stato indagato un altro politico: Vincenzo Salvatore Maruccio, consigliere dell’Italia dei Valori (Idv) e capogruppo regionale dello stesso, indagato dalla Procura di Roma per peculato con contestati, assegni e prelievi irregolari dai conti del suo gruppo consiliare per un ammontare di 700 mila euro.
Subito anche Di Pietro annuncia che Maruccio “si è dimesso dal partito, da coordinatore regionale dell’Idv, dal suo ruolo di capogruppo e soprattutto da consigliere regionale: gli avevamo dato tre ore di tempo per farlo. La magistratura svolga il suo compito”.
Dopo a notizia delle perquisizioni negli uffici Idv alla Pisana, l’opposizione ha deciso di rinviare la conferenza stampa che prevista per oggi a mezzogiorno, durante la quale i capigruppo di Pd, Idv, Sel, Fed e Verdi avrebbero dovuto discutere “i motivi occorre votare per il nuovo Presidente della Regione Lazio in tempi rapidissimi”, ribadendo che “la scelta di andare alle elezioni tra sei mesi comporta danni e costi altissimi”.
E, naturalmente, gli italiani stanno a guardare, con i cuori sempre più gonfi e gli occhi sempre più cupi. Forse per questo, nella sua seconda serata, il guru Celentano è voluto essere più leggero, libero e sereno, sollevato e lieve in ogni situazione, perfino negli errori, rinunciando ad ospiti e dibattiti (scelta coraggiosa, perché solo gli stupidi non cambiano idea), con un ampio spazio alla musica e con un solo sermone inframezzato da canzoni a tema.
Tanto ad incupire gli italiani ci pensano la cronaca ed i fatti.
Si aspetta la fine del lungo iter del decreto anticorruzione, col disco verde delle commissioni che arriva al termine di un’altra giornata convulsa ed il ministro della Giustizia che manifesta l’intenzione di difendere i cardini del testo. “Nella vita si devono scegliere strade anche difficili”, afferma. Anche se parla di “atmosfera costruttiva”. Davanti all’ennesimo tentativo del Pdl di inserire una norma ‘salva-Ruby’ – che metterebbe al riparo Silvio Berlusconi dal relativo processo milanese – Severino dice: “Spero che il buon senso prevalga in commissione e terrò duro sui punti fermi del disegno di legge”. Sulla questione interviene Luigi Compagna, senatore del Pdl, annunciando che potrebbe riservare le sue proposte di modifica per l’aula: “Gli emendamenti del governo mi soddisfano. Le mie norme avevano la funzione di spianare la strada al dibattito e così è stato”. Una corsa ad ostacoli quella del provvedimento anticorruzione, tanto che nei 57 subemendamenti, il ministro vede la dimostrazione “di quanto le posizioni di ciascun partito siano distanti tra loro e di come possa essere difficile in Parlamento ottenere il voto della maggioranza”.
Invita a mettere da parte le pantomime e votare subito il ddl, Michele Vietti, vicepresidente del Csm. “Ci sono emendamenti e super emendamenti – dice – fatti per essere bocciati: la legge va approvata perché è diventata una legge bandiera e ci sono delle aspettative anche europee”.
E tutti gli italiani, s’intende, sono con lui.

Carlo Di Stanislao

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