Pagare per curarsi: inchiesta 160 strutture sanitarie in 8 città

Il modello di offerta sanitaria che troviamo nelle città e nelle regioni italiane oggi vive di contraddizioni, tra eccellenze, rami secchi, servizi efficienti. Con una costante: che ci si rivolga al pubblico pagando ticket salati o al privato, a volte persino competitivo per prezzi e flessibilità d’orari, il risultato è che buona parte delle prestazioni […]

Il modello di offerta sanitaria che troviamo nelle città e nelle regioni italiane oggi vive di contraddizioni, tra eccellenze, rami secchi, servizi efficienti. Con una costante: che ci si rivolga al pubblico pagando ticket salati o al privato, a volte persino competitivo per prezzi e flessibilità d’orari, il risultato è che buona parte delle prestazioni sanitarie le pagano i cittadini. Chi non ha possibilità rinuncia a esami e cure. Perché poter stare in salute costa, e non a tutti lo stesso prezzo: Altroconsumo rileva che a Milano, per quattro visite e esami specialistici si pagano in media 891euro, esattamente 500euro in più rispetto a quanto si paga a Napoli: 391.

Altroconsumo ha coinvolto 160 strutture tra case di cura, poliambulatori e strutture pubbliche di otto città (Bari, Firenze, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino) per valutare costi e tempi d’attesa su quattro esami e visite specialistiche tra i più richiesti: una gastroscopia, una visita ortopedica, una panoramica dentale, un’ecografia dell’addome. Dettagli sull’indagine su www.altroconsumo.it

Ogni città offre servizi articolati diversi, le realtà sul territorio si compongono di variabili, punte di eccellenza e sacche di inefficienza. Ma in media tra strutture miste, convenzionate con il Servizio sanitario e cliniche private il cittadino ha accesso pagando prezzi notevolmente diversi regione per regione ma anche all’interno della stessa città ed esempio per una gastroscopia a Roma si spendono da 100 a 1000euro.

I risultati dell’inchiesta parlano chiaro: ci sono strutture private che offrono prestazioni a prezzi competitivi con il ticket del Servizio sanitario.
Sono le differenze tra regioni a colpire per ampiezza: la visita ortopedica a 19euro a Napoli, arriva a Milano a costarne 200. L’ecografia completa all’addome a Bari 40euro, a Torino 269euro.

Sull’attività intramoenia c’è un dibattito arrivato anche in Parlamento che dovrebbe portare a stilare regole comuni, per garantire trasparenza per esempio attraverso un tariffario unico, con importi fissi per le prestazioni in ciascuna Asl.

Dunque l’offerta sta cambiando: curarsi privatamente a volte conviene anche per il portafogli, considerando i tempi d’attesa, ma una sanità più efficiente, rapida non deve disgiungersi da professionalità ed etica dei medici.
La riduzione dei servizi sociali e delle coperture per far quadrare i bilanci sta colpendo indiscriminatamente sacche d’inefficienza e progetti validi, costruiti con cura negli anni da professionisti e storie di eccellenza.
Lo Stato vuole risparmiare, ma oggi a pagare per primi, sulla propria pelle, sono i più deboli, che rinunciano alla propria salute.

 

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