“Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…”

“Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…” e il vero nome del minore ritratto, di cui si specifica l’età. E’ questa la nuova campagna shock di Greenpeace che ha pubblicato dei manifesti negli spazi affissivi della città di Brindisi. In calce alla foto il seguente messaggio: “Deficit nello sviluppo […]

“Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…” e il vero nome del minore ritratto, di cui si specifica l’età. E’ questa la nuova campagna shock di Greenpeace che ha pubblicato dei manifesti negli spazi affissivi della città di Brindisi.

In calce alla foto il seguente messaggio: “Deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro. Gli 84 inquinanti emessi da una centrale a carbone hanno molti effetti sui tuoi figli, ma una sola soluzione: fermare il carbone”.

L’obiettivo della campagna è “richiamare l’attenzione su un dato che non dobbiamo dimenticare: gli impatti sanitari delle centrali a carbone di Brindisi, come quelli di qualsiasi impianto alimentato con la stessa fonte, sono enormi; e la popolazione più esposta a quei mali sono i bambini, spesso colpiti dagli inquinanti già prima di nascere”, ha detto Greenpeace.

La centrale Enel di Brindisi è stato segnalato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente come il sito industriale più inquinante d’Italia.

In riferimento alla popolazione di Brindisi, uno studio del 2011 – realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa con l’Unità operativa di Neonatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi, la Asl di Brindisi e l’Università di Pisa – segnala un eccesso nelle patologie neonatali riscontrate nel capoluogo pugliese del 18% rispetto alla media europea, con uno scarto che raggiunge quasi il 68% in riferimento alle patologie congenite cardiovascolari.

Greenpeace chiede un progressivo abbandono, entro il 2030, del carbone: una fonte energetica fortemente dannosa per la salute e la più impattante sul clima globale.
Oltre allo stop ai nuovi progetti di centrale a carbone è assolutamente evidente che gli impatti di questa fonte sporca non sono più tollerabili e che è necessario da subito ridurre la produzione di elettricità da carbone che va progressivamente abbandonata. Esistono tutte le condizioni per un dimezzamento entro il 2020 e un azzeramento entro il 2030.

“Ringraziamo i bambini di Brindisi e i loro genitori che, in nome della salute e dell’ambiente, ci hanno permesso di realizzare questa campagna di sensibilizzazione. Grazie, inoltre, al comitato ‘Mamme No al Carbone'”, conclude Greenpeace.

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