Napoli: si e’ ripetuto il miracolo di San Gennaro

A Napoli questa mattina si è ripetuto il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro, nella terza – e meno conosciuta – ricorrenza dell’anno in cui il prodigio abitualmente si rinnova. I fedeli hanno accolto, nella Cappella del Tesoro del duomo, l’annuncio dell’evento. Il 16 dicembre si ricorda anche l’anniversario dell’eruzione del Vesuvio del […]

A Napoli questa mattina si è ripetuto il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro, nella terza – e meno conosciuta – ricorrenza dell’anno in cui il prodigio abitualmente si rinnova. I fedeli hanno accolto, nella Cappella del Tesoro del duomo, l’annuncio dell’evento. Il 16 dicembre si ricorda anche l’anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631, che risparmio’ Napoli dopo una solenne processione organizzata in citta’ in onore del patrono.
Secondo la tradizione, il sangue di San Gennaro si sarebbe sciolto per la prima volta ai tempi di Costantino I, quando il vescovo Severo (secondo altri il vescovo Cosimo) trasferì le spoglie del santo dall’Agro Marciano, dove era stato sepolto, a Napoli. Durante il tragitto avrebbe incontrato la nutrice Eusebia con le ampolline del sangue del santo: alla presenza della testa, il sangue nelle ampolle si sarebbe sciolto.
La prima notizia documentata dell’ampolla contenente la presunta reliquia del sangue di San Gennaro risale soltanto al 1389, come riportato nel Chronicon Siculum: nel corso delle manifestazioni per la festa dell’Assunta di quell’anno, vi fu l’esposizione pubblica delle ampolle contenenti il cosiddetto “sangue di San Gennaro”. Il 17 agosto 1389 vi fu una grandissima processione per assistere al miracolo: il liquido conservato nell’ampolla si era liquefatto “come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo del santo”. La cronaca dell’evento sembra suggerire che il fenomeno si verificasse allora per la prima volta. Del resto, la Cronaca di Partenope, precedente di qualche anno (1382), pur parlando di diversi “miraculi” attribuiti alla potenza di San Gennaro, non menziona mai una reliquia di sangue del martire.
Oggi le due ampolle, fissate all’interno di una piccola teca rotonda realizzata con una larga cornice in argento e provvista di un manico, sono conservate nella cassaforte dietro l’altare della Cappella del Tesoro di San Gennaro. Delle due ampolle, una è riempita per 3/4, mentre l’altra più alta è semivuota poiché parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo III di Borbone che lo portò con sé in Spagna. Tre volte l’anno (il sabato precedente la prima domenica di maggio e negli otto giorni successivi; il 19 settembre e per tutta l’ottava delle celebrazioni in onore del patrono, ed il 16 dicembre), durante una solenne cerimonia religiosa guidata dall’arcivescovo, i fedeli accorrono per assistere al miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. La liquefazione del tessuto durante la cerimonia è ritenuto foriero di buoni auspici per la città; al contrario, si ritiene che la mancata liquefazione sia presagio di eventi fortemente negativi e drammatici per la città.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *