L’Aquila Rugby: via Frattale, momenti delicati

“Ieri sera, in sede di riunione del consiglio di amministrazione della Società L’Aquila Rugby 1936, ho rassegnato le mie dimissioni dal cda. Nella stessa sede ho fornito le motivazioni e ribadito l’irrevocabilità della mia decisione. Sono stata davvero contenta di aver fatto questa mia prima esperienza sportiva, perché ho avuto modo di conoscere persone stupende […]

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“Ieri sera, in sede di riunione del consiglio di amministrazione della Società L’Aquila Rugby 1936, ho rassegnato le mie dimissioni dal cda. Nella stessa sede ho fornito le motivazioni e ribadito l’irrevocabilità della mia decisione. Sono stata davvero contenta di aver fatto questa mia prima esperienza sportiva, perché ho avuto modo di conoscere persone stupende che hanno fatto la storia del rugby aquilano ed hanno contribuito a far crescere il mio amore per questo sport, come Massimo Mascioletti l’espressione più vera, leale e professionale del rugby, tutti i componenti della Old Rugby che rappresentano quei valori, quel pizzico di ironia, quei principi, che sono alla base di questo sport e rappresentano il motivo principale per cui avevo accettato di mettermi in gioco, Auguro un Buon lavoro a tutti e un grande in bocca al lupo ai giocatori, che dovranno affrontare nuove sfide e uscirne vincitori.”

Queste le parole con cui Marzia Frattale, vicepresidente dell’Aquila Rugby 1936, si è dimessa dal proprio incarico: termina qui, dopo un paio di mesi, la sua esperienza. La notizia era circolata già nella tarda mattinata di ieri, quando la Frattale con un SMS lapidario inviato ai membri del CDA (e non solo) comunicava la sua decisione. La diffusione a mezzo stampa è avvenuta in maniera insolita: sembra che l’ufficio stampa della società ne sia venuta a conoscenza solo dopo la pubblicazione su alcune testate, la nota è stata diffusa da un giornalista locale su richiesta della vicepresidente dimissionaria.
Perde un pezzo dunque il nuovissimo CDA neroverde. Marzia Frattale è entrata in CDA insieme con Eliseo Iannini ed Augusto Iovenitti quando la squadra versava in grandi difficoltà sportive. Il vecchio CDA è stato relegato in un non meglio specificato consiglio sportivo, con il quale gli attriti, per rimanere sul generico, non sono mancati. L’operato del nuovo CDA ha accusato in poche settimane il default di Luigi Fabiani, neo entrato e subito dimissionario proprio perché non ha condiviso le scelte dirigenziali.
Veniamo allora alle scelte. Nel breve periodo l’obiettivo è chiaramente quello di salvarsi, L’Aquila Rugby potrebbe non sopravvivere ad una nuova retrocessione, e con i Crociati in queste condizioni basterebbe veramente poco per tirare un sospiro di sollievo. Il vecchio CDA, per correre ai ripari, aveva prima accettato le dimissioni di Lorenzetti, e poi scandagliato mezza Europa per cercare un sostituto di livello internazionale, scegliendo poi Andy Kay. Sembra invece che Placidi abbia rigettato le dimissioni del tecnico aquilano su pressione di uno o più elementi del nuovo CDA, ed abbia incaricato comunque Kay di riorganizzare la società. I nuovi dirigenti si sono quindi ritrovati di fronte all’ingaggio del britannico, malvisto nell’ambiente Old, e abbiano inventato un ruolo ad hoc per Massimo Mascioletti. Ruolo apparentemente di consulenza, di fatto più che operativo: stando a fonti interne, sembra che Super Max abbia già cominciato a lavorare per mettere in piedi la squadra per la nuova stagione. A proposito della Old, che rappresenta il motivo principale per cui la Frattale si è voluta “mettere in gioco”, sembra che diversi elementi siano “rientrati” in società con ruoli informali di consulenza a tutti i livelli, da quello gastronomico a quello logistico.
La squadra continua a perdere in campionato, come perdeva nel momento dell’insediamento dei nuovi dirigenti, ed in vista dell’ultimo impegno del girone d’andata – guarda caso con i Crociati – i giocatori hanno ricevuto la notizia che ci sono dei problemi burocratici nei pagamenti, problemi che dovrebbero essere risolti entro il venti del mese. Lo spogliatoio sembra sereno, pur pagando lo scotto di oggettive difficoltà logistiche.
Per il lungo periodo il piatto piange: L’Aquila ancora non usufruisce di una struttura di proprietà (si è vociferato a proposito di Piazza d’armi per l’allenamento ed il Fattori in esclusiva per le gare casalinghe) e soprattutto non dispone di un vivaio proprio, ma deve “fare i conti” con la Polisportiva L’Aquila Rugby.
Facile intuire che all’indomani delle dimissioni di Marzia Frattale lo stato di salute della squadra neroverde è delicato: sarebbe interessante sapere quali sono le motivazioni che hanno spinto la dirigente a rassegnare le dimissioni. Una cosa è certa: la faccia ce l’ha messa.

Fabio Zenadocchio

4 risposte a “L’Aquila Rugby: via Frattale, momenti delicati”

  1. Marzia Frattale ha detto:

    Professionalità e deontologia impongono ad un giornatlista che si voglia definire tale, l’obbligo di verificare la veridicità delle informazioni che pubblica .

  2. Fabio Zenadocchio ha detto:

    Aspetto fiducioso smentite puntuali e lezioni di deontologia e professionalità.

    Fabio Zenadocchio

  3. Oldrugby L'Aquila ha detto:

    X opportuna conoscenza.
    P.S. Se reputi utile, la consulenza informale gastronomica e logistica la possiamo fare (vista la nostra età) anche a tua zia (zieta in aquilano).

    Stai tranquillo, Luigi, (Fabiani) siamo “old”, ma quello che pensiamo sulle vicende della 1936, visto che siamo stati tirati in”ballo” lo diremo chiaramente e senza alcun timore.
    Siamo entrati non per fare i “professori”, ma per stare vicino soprattutto ai giocatori.
    Siamo entrati per unire, non per “sfasciare”.
    In campo abbiamo sempre messo la faccia e non ci siamo mai tirati indietro, e chi ci stava contro spesso era veramente, ma veramente forte e (sportivamente) ti poteva far male.
    In campo si giocava duro, ma sempre lealmente.
    Forse è difficile comprendere che si è data la disponibilità solo per “amore” del rugby aquilano e per la “nostra” città per la quale siamo debitori per l’opportunità sportiva che ci ha dato e per i valori che il rugby ci ha insegnato come lealtà, trasparenza, voglia di mettersi a disposizione della squadra, dei tuoi amici, della tua città.
    A mio modo di vedere, chi ha giocato a rugby,quello “vero” a qualsiasi livello, è e rimarrà sempre una persona generosa, che pone prima l’interesse collettivo che quello personale.
    Chi ha giocato sempre ed esclusivamente per passione,
    chi ha avuto “palcoscenici” ben più elevati per dimostrare le proprie capacita (“rugbistiche”) ,
    chi per quella maglietta neroverde che rappresentava la nostra città si è “immolato” fisicamente,
    chi ha dato la propria disponibilità assolutamente gratuita togliendo tempo alla propria famiglia e alla professione per cercare di “collaborare”, per “riunire” , per “aiutare” il rugby aquilano a riprendere l’orgoglio di un tempo a vestire la “nostra” amatissima maglietta neroverde,
    non ha certo paura di dire la verità (non la propria opinione…).

    Quello che abbiamo fatto come giocatori ormai è acqua passata, il nostro “valore” lo sappiamo noi stessi, i nostri compagni di squadra, i nostri avversari e gli appassionati di allora.
    A 50 ed oltre non dobbiamo dimostrare più niente, possiamo solo dare ognuno con i propri mezzi e con la propria disponibilità un minimo, ma sincero aiuto al rugby aquilano a riprendere il proprio (ndr il “nostro”) orgoglio.

    Sii fiducioso che ci esprimeremo, anche se, purtroppo per taluni, tale nostra verità non sarà troppo gradita.
    Riccardo Zingarelli – Componente del Consiglio Direttivo della Old Rugby L’Aquila

  4. Marzia Frattale ha detto:

    “excusatio non petita accusatio manifesta” quindi le tue provocazioni non ti porteranno le mie giustificazioni, e per le smentite lascio la parola ai fatti.

    Marzia Frattale

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