Un cartoon per spiegare il cyberbullismo e come difendersi

Save the Childrem ha realizzato una serie di strumenti per parlare ai ragazzi con il linguaggio e il tono proprio della loro età, con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani su un utilizzo corretto e consapevole dei new media. Tra questi un cartoon, disponibile anche in una applicazione per Apple e Android che stimola i ragazzi […]

Save the Childrem ha realizzato una serie di strumenti per parlare ai ragazzi con il linguaggio e il tono proprio della loro età, con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani su un utilizzo corretto e consapevole dei new media. Tra questi un cartoon, disponibile anche in una applicazione per Apple e Android che stimola i ragazzi a riflettere sul tema. Il cartoon racconta le disavventure di Gaetano, un ragazzino preso di mira da propri coetanei cyberbulli, e attraverso i consigli di un coach virtuale sensibilizza i ragazzi sui comportamenti virtuosi da adottare, come singoli e come membri di un gruppo, e sulle conseguenze di ogni loro azione. Inoltre ha realizzato un manuale per insegnanti per guidarli nell’utilizzo di questi strumenti di sensibilizzazione. 

”I nativi digitali sono attori di un mondo complesso che scuola e famiglia non possono affrontare da soli, hanno bisogno del sostegno delle istituzioni e di tutte le parti coinvolte nella sfera virtuale dei più giovani. – spiega Valerio Neri, presidente di Save the Children che oggi alla vigilia del Safer Internet Day ha presentato la ricerca “I ragazzi e il cyberbullismo” – Nel 2007, furono istituiti gli Osservatori regionali sul bullismo che garantivano una rilevazione e un monitoraggio costante del fenomeno, nonché il supporto agli interventi riparativi promuovendo strategie multidisciplinari. La costituzione degli Osservatori prevedeva una valutazione anche in itinere del loro operato. È stata fatta? E se si, quali sono le conclusioni sulla loro efficacia? In caso contrario, prima di rispondere sull’onda dell’emotività determinata dalla sempre maggiore frequenza degli episodi, sarebbe forse opportuno verificare quello che è stato già fatto, per non partire ogni volta da zero e per promuovere le modifiche necessarie a rendere gli interventi più efficaci”.

L’indagine, realizzata Ipsos, dimostra l’importanza del ruolo dell’adulto. I ragazzi infatti dichiarano di trovare conforto nella sfera familiare, con la quale il 71 per cento dichiara di vivere relazioni sostanzialmente positive e rasserenanti, facendone il luogo primario della ricerca della soluzione al problema. Quando si chiede ai ragazzi quali contromisure adottare per arginare il fenomeno, la maggior parte suggerisce attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione che prevedano il coinvolgimento ad ampio raggio di scuola, istituzioni, aziende e degli stessi genitori. Inoltre il 41 per cento dei ragazzi intervistati invoca maggiore vigilanza da parte dei genitori e è consapevole del ruolo e delle responsabilità in capo ai gestori delle piattaforme social in primis, cui si appella il 41 per cento dei minori per l’adozione di contromisure, insieme ad un 24 per cento che chiede l’intervento dei gestori telefonici.

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