Per le mamme non vedenti ecografie in 3D

Quale mamma non si è emozionata guardando un’ecografia del figlio a pochi mesi di gravidanza? Quale mamma non si è soffermata sui dettagli del piccolo che ha portato in grembo: la lunghezza del feto, gli organi sviluppati e quelli ancora non visibili, la posizione nella pancia e molti altri dettagli. Ma, se uno dei futuri […]

Quale mamma non si è emozionata guardando un’ecografia del figlio a pochi mesi di gravidanza? Quale mamma non si è soffermata sui dettagli del piccolo che ha portato in grembo: la lunghezza del feto, gli organi sviluppati e quelli ancora non visibili, la posizione nella pancia e molti altri dettagli. Ma, se uno dei futuri genitori è non vedente, è ovvio che questa esperienza di poter guardare le foto del proprio pargolo gli sarà preclusa. O almeno gli era preclusa fino a ora, perché un’équipe di scienziati brasiliani, guidata dall’industrial designer Jorge Roberto Lopes dos Santos, sta pensando a una stampa in 3D delle ecografie, in modo che chiunque possa toccare una rappresentazione tridimensionale del feto.

La sua azienda, chiamata Tecnologia Humana 3D, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Tecnologia del Brasile, ha dato ai dottori la possibilità di creare modelli a dimensione reale delle foto scattate ai bambini nelle pance delle loro mamme. All’inizio le ricerche di dos Santos erano pensate per mettere a disposizione dei fisici uno strumento per scoprire in maniera più accurata eventuali malformazioni nei feti, però in un secondo momento ci si è resi conto che una stampa tridimensionale poteva essere utile anche alle persone prive di vista per avere un riscontro tattile e assolutamente concreto sull’evoluzione della gravidanza.

Ma come funziona il processo? Una volta scattata la foto, il computer ricrea a partire dall’immagine un modello 3D con organi, tessuti etc. I dottori possono quindi esplorare il modello individuando eventuali problemi e possono dunque capire se, dove e come sia necessario intervenire. Questo modello viene poi stampato con una stampante tridimensionale, che crea concretamente la riproduzione del feto sovrapponendo strati successivi di materiale plastico.

Se questa tecnica verrà utilizzata su larga scala quindi, anche le persone non vedenti potranno condividere con i loro familiari l’esperienza di toccare/vedere la lunghezza delle dita di un bambino nella pancia, la piccolezza e fragilità dei piedini e delle braccine e via dicendo.
Ma, c’è un “ma”: dos Santos e la sua équipe dovranno fare i conti con i costi di un tale processo, anche se lo stesso designer brasiliano li stima approssimativamente a 200 dollari per un modello di un feto di 12 settimane e 300 per un feto di 24 settimane. Questo poiché, dice dos Santos, ci si affida a tecnologie e processi già in uso e quello che si fa è semplicemente combinarli insieme per ottenere il risultato finale, cioè il modello tridimensionale del bambino.

Maurizio Molinari

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