Letta tour

Continua il tour europeo di Enrico Letta, che dopo la Merkel, Elio Di Rupio e Francois Hollande, oggi ha incontrato il presidente della commissione europea Josè Manuel Barroso, per definire una posizione comune sulla necessità di varare, una volta per tutte, un nuovo corso a Bruxelles, improntato finalmente sulla crescita. “Ridurre il debito per l’Italia […]

Continua il tour europeo di Enrico Letta, che dopo la Merkel, Elio Di Rupio e Francois Hollande, oggi ha incontrato il presidente della commissione europea Josè Manuel Barroso, per definire una posizione comune sulla necessità di varare, una volta per tutte, un nuovo corso a Bruxelles, improntato finalmente sulla crescita.
“Ridurre il debito per l’Italia è una necessità ma sono fiducioso del fatto che l’Italia uscirà dalla procedura per il deficit eccessivo” ha detto Barroso accogliendo Letta e aggiunto: “contiamo di avere delle rassicurazioni entro giugno dal governo italiano”, dicendosi d’accordo sulla necessità di guardare più alla crescita e di approntare un piano più ambizioso per la lotta alla disoccupazione dei giovani, per il quale, però, “servono anche sforzi a livello nazionale”.
Barroso ha definito l’incontro con Letta “positivo”, mentre, da parte sua, il neopremier italiano ha ricordato come “siano forti le speranze di combattere la disoccupazione giovanile che è il vero incubo del nostro Paese e dell’Europa” e che “nelle prossime settimane presenteremo le idee per spiegare come intendiamo restare negli impegni” di finanza pubblica europea.
E noi, naturalmente aspettiamo con speranza e trepidazione una soluzione che deve mettere d’accordo la ristrettezza delle risorse (ancora più esigue dopo lo stop alla rata di giugno dell’IMU), con la volontà di incrementare le assunzioni, senza modificare in negativo il ciclopico debito pubblico.
“Un rapido avvio dell’Unione bancaria è essenziale”, ha detto ancora Letta, per permettere “alle nostre imprese di ottenere denaro a tassi più bassi”.
Proprio su questo punto ieri, anche il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy aveva detto che l’Unione continuerà “a stare al fianco dell’Italia nel perseguimento del nostro impegno comune per superare la crisi economica e promuovere la crescita e l’occupazione, facendo del pieno uso della flessibilità esistente e mantenendo finanze pubbliche solide un obiettivo “chiave”.
Scrive il Sole 24 Ore che le condizioni di incertezza che hanno interessato l’Italia negli ultimi tempi sono oramai alle spalle. Ma Ora l’importante è agire.
Sottolinea il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, intervenendo alla presentazione del rapporto Ocse sull’Italia, che ci sono degli elementi positivi e osserva: i risultati ottenuti nel 2012 e le previsioni di finanza pubblica per il 2013 e per il 2014 per l’Italia sono “tali da consentire all’Unione europea di chiudere la procedura di disavanzo eccessivo” nelle prossime settimane, concludendo che: “Entro fine maggio, primi di giugno questa decisione sarà presa”.
Sicché, con l’uscita dalla procedura di disavanzo da parte dell’Europa, si potranno “allentare i vincoli del patto di stabilità interno per il cofinanziamento nazionale» relativo ai fondi europei del periodo 2013-2015 e, secondo le sue parole, sarebbero così disponibili “12 miliardi che sarebbero un forte stimolo agli investimenti produttivi”.
Parlando al Cnel, appena 72 ore dopo la sua nomina, il Ministro del Tesoro ha aggiunto che il decreto legge sulla restituzione dei debiti della Pa alle imprese avrà “un impatto positivo sulla crescita nel 2013 e soprattutto nel 2014, potrà aiutare il profilo di crescita già in corso d’anno2 e la cosa è piaciuta ai mercati con Piazza Affari che continua a chiudere in positivo, spread entro limiti contenuti ed eccellente vendita dei titoli di stato.
D’altra parte l’Ocse, che pubblica oggi il suo rapporto semestrale sull’Italia, dice che la Nazione è partita con il piede giusto e potrebbe uscire dalla recessione già quest’anno., se riuscirà a non inciampare sotto il peso del debito pubblico.
Nel corso della presentazione del rapporto a Roma, il segretario generale Angel Gurria ha detto che “in una situazione caratterizzata da recessione e aumento della disoccupazione, è a volte difficile vedere la luce in fondo al tunnel. Sono convinto però –ha chiosato- che se si persiste nell’attuale strategia di riforme si otterrà un miglioramento del tenore di vita e l’economia italiana ne uscirà rafforzata”.
Belle parole, molto rassicuranti, certamente molto più dei numeri dell’Economic Outlook, a partire dal Pil, che l’Organizzazione parigina rivede al ribasso: quest’anno a -1,5% rispetto al -1,0% precedente e tagliando la già timida crescita a +0,5% da +0,6%.
Insomma una pillola amara per il Paese, anche se vistosamente indorata.
Dopo l’incontro con il primo ministro Belga, nella sua sede di Bruxelles, Letta e Di Rupio hanno detto al’unisono che è necessaria una politica comunitaria impronta alla crescita anche per combattere il crescente antieuropeismo ed i populismi distruttivi.
L’Europa è d’accordo, ma aspetta segnali chiari dal nostro Paese e li aspetta a breve giro di posta.

Carlo Di Stanislao

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