Crisi: rischio di bancarotta frena nuove attività imprenditoriali

Quattro italiani su dieci hanno paura del rischio di andare in bancarotta nel caso di avvio di una nuova attività imprenditoriale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Eurobarometro pubblicati nel 2013, divulgata in occasione dell’Assemblea di Rete Imprese Italia. A frenare l’apertura di nuove attività economiche (PMI) in Italia […]

Quattro italiani su dieci hanno paura del rischio di andare in bancarotta nel caso di avvio di una nuova attività imprenditoriale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Eurobarometro pubblicati nel 2013, divulgata in occasione dell’Assemblea di Rete Imprese Italia. A frenare l’apertura di nuove attività economiche (PMI) in Italia concorre – sottolinea la Coldiretti – anche il rischio di perdere la proprietà o la casa (32 per cento) mentre il 27 per cento teme di non avere un reddito garantito. Eppure – precisa la Coldiretti – quasi la metà degli italiani (44 per cento) se potesse scegliere tra diversi tipi di lavoro preferirebbe impegnarsi in proprio piuttosto che essere dipendente di una azienda, una percentuale piu’ alta rispetto alla media comunitaria del 37 per cento. Una tendenza confermata dal fatto che il 40 per cento degli italiani desidererebbe diventare imprenditore nei prossimi cinque anni, nonostante le difficoltà. Il sistema imprenditoriale italiano, fondato sulla piccola media impresa (PMI), gode – sostiene la Coldiretti – di una alta considerazione sociale a livello nazionale con l’88 dei cittadini che lo ritengono importante per creare lavoro e il 78 per cento che lo giudica positivamente perchè realizza nuovi prodotti e servizi per il bene di tutti. Un patrimonio a rischio come conferma l’allarme lanciato dalla BCE sul fatto che le piccole e medie imprese italiane e spagnole sono al “top” nell’Eurozona per quanto riguarda il peggioramento di utili e fatturato nel periodo fra ottobre 2012 e marzo 2013. Un problema che riguarda anche il settore primario nel quale il saldo tra nuove iscrizioni e chiusure di imprese agricole è risultato – sottolinea la Coldiretti – negativo per ben 13.106 unità nel primo trimestre del 2013. L’effetto credit crunch – conclude la Coldiretti – si fa sentire anche nel settore agricolo dove il credito agrario erogato alle aziende ha subito un taglio del 22 per cento nel 2012 con il valore delle erogazioni sceso al livello più basso dal 2008.

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