Fibrosi cistica, dal “microbiota” nuove prospettive terapeutiche

L’utilizzo delle nuove tecnologie di sequenziamento genomico di ultima generazione, applicate allo studio del microbiota intestinale e polmonare, potrà aprire la strada a nuove strategie terapeutiche e di prevenzione nei pazienti affetti da malattie croniche, a partire dalla fibrosi cistica. E’ quanto emerso dal recente simposio internazionale organizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (“The Microbiota and […]

L’utilizzo delle nuove tecnologie di sequenziamento genomico di ultima generazione, applicate allo studio del microbiota intestinale e polmonare, potrà aprire la strada a nuove strategie terapeutiche e di prevenzione nei pazienti affetti da malattie croniche, a partire dalla fibrosi cistica. E’ quanto emerso dal recente simposio internazionale organizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (“The Microbiota and Immunity in Human Diseases – An International Symposium”), che porterà alla creazione di un network italiano di ricerca pediatrica dedicata al “microbiota”, l’insieme dei microrganismi presenti nel corpo umano. Le nuove tecnologie di “next-generation sequencing” (Ngs), di cui proprio di recente l’ospedale Bambino Gesù si è dotato, sono infatti in grado di identificare tutti i microrganismi che colonizzano cronicamente il nostro tubo intestinale e l’intero albero respiratorio (a cominciare dalle vie aeree superiori ed i seni paranasali). Questi progressi renderanno possibile lo studio delle funzioni fisiologiche svolte dal pool dei microbi che convivono con il nostro organismo, sia in condizioni di benessere clinico, che in presenza di malattia. Il comprendere come essi interagiscono con il nostro organismo, in particolare con l’apparato immunologico, aprirà la strada a nuove strategie terapeutiche e preventive, anche nei pazienti affetti da malattie croniche.

Prospettive terapeutiche interessanti possono configurarsi in particolare per quanto riguarda la fibrosi cistica – come spiegano gli esperti del Bambino Gesù -, malattia genetica grave che coinvolge molti organi ed apparati e che in oltre il 95% dei casi evolve in insufficienza respiratoria cronica, a causa delle infezioni polmonari provocate da germi definiti “opportunistici”. In questo ambito, la comunità scientifica è già riuscita ad ottenere, grazie alle nuove tecnologie, una nuova classificazione tassonomica dei germi che colonizzano l’albero polmonare nella fibrosi cistica. A questo punto sarà importante definire le interazioni tra le diverse specie microbiche, con l’obiettivo di riuscire in futuro a ricostruire un corretto “ecosistema”.

Gli strumenti di cui l’ospedale Bambino Gesù si è dotato consentiranno di studiare in maniera specifica la presenza di funghi ed anaerobi nell’albero polmonare. Anche se il loro ruolo sull’origine della malattia polmonare nella fibrosi cistica è ancora dibattuto, l’importanza di alcuni di loro (“aspergillus fumigatus”), appare già delineata per le implicazioni cliniche, la capacità di colonizzare solo il polmone danneggiato, i rapporti con l’antibiotico-terapia continua alla quale si devono sottoporre i pazienti con fibrosi cistica.

Decisivo in questi pazienti anche il rapporto con il microbiota intestinale, il cui sviluppo risulta alterato dalle complicanze gastrointestinali associate alla malattia. Le nuove tecniche consentono oggi di comprendere in quale misura il microbiota influenzi non solo la suscettibilità alle malattie, ma anche la risposta alle terapie farmacologiche impiegate nel loro controllo. “E’ noto infatti – concludono dal Bambino Gesù – che le caratteristiche del microbiota intestinale possono influenzare il metabolismo dei farmaci e la loro biodisponibilità, con ripercussioni anche sulla tossicità”.

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