Le “Banche matrigne”continuano a camminare sui mortali resti

Federcontribuenti ieri era davanti alla sede della Cassa di risparmio del Veneto per denunciare un caso di “banca matrigna”, dove una cittadina di Fiesso D’Artico, Lorenza Baruffaldi, rischiava di perdere la casa per un debito con la banca Cassa di risparmio di Venezia (Gruppo Intesa San Paolo) di poche decine di migliaia di auro. ” […]

Federcontribuenti ieri era davanti alla sede della Cassa di risparmio del Veneto per denunciare un caso di “banca matrigna”, dove una cittadina di Fiesso D’Artico, Lorenza Baruffaldi, rischiava di perdere la casa per un debito con la banca Cassa di risparmio di Venezia (Gruppo Intesa San Paolo) di poche decine di migliaia di auro. ” Federcontribuenti è scesa in campo – spiega il presidente Marco Paccagnella – a difendere la propria associata che per gravi difficoltà economiche ha accumulato un arretrato di 30.000 euro sul mutuo che aveva stipulato nel 2002. Mentre il pagamento delle rate mensili procedeva come se nulla fosse, vista l’estinzione del mutuo nel 2017, la signora è riuscita tra 2011 e 2012 a saldare circa 15.000 euro, ma ancora non bastava a dimostrare la sua intenzione di pagare, di non sfuggire ai propri impegni. Le sono state richieste rate anche da 5000 euro al mese. Ora abbiamo risolto il caso e dove non è stata accolta la preghiera di una cittadina in difficoltà è stata invece accolta la nostra richiesta, perchè? Ciò che la signora chiedeva – continua Paccagnella – era la possibilità di pagare le rate dovute fino alla scadenza del mutuo, più una cifra di 10.000 euro all’anno per saldare gli arretrati, ma alla Cassa di Risparmio o alla Italfondiaria, società che ha il mandato di riscuotere il credito anche portando la casa all’asta, non interessavano le proposte della signora, i suoi soldi li volevano tutti e subito”. Marco Paccagnella, afferma che, nonostante le dichiarazioni del presidente dell’ABI sulla maggiore disponibilità delle banche italiane ad ascoltare i clienti in difficoltà, si assiste in questo caso ad un’evidente retromarcia, a un caso eclatante di “sordità” economica, sociale e di buon senso. La Cassa di risparmio del Veneto in una nota ha risposto dichiarandosi “disponibile ad incontrare la signora per risolvere la questione”. Davanti il timore di finire in prima pagina la banca ha fatto marcia indietro, a questo, dunque, si deve arrivare ogni qualvolta? Perchè, la banca, non ha ritenuto di ascoltare le preghiere di una sua cliente mentre ha capitolato davanti le rimostranze della Federcontribuenti?

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