Orto dei Tu’rat: ‘Bruciano speranza, cultura e rispetto per l’ambiente’

E’ successo un’altra volta, è terribile, non sappiamo cosa pensare: forse diamo fastidio a qualcuno, non sappiamo a chi, però è sicuro che costoro bruciano la speranza, la cultura e il rispetto per l’ambiente”. Così la scrittrice bolognese Milena Magnani commenta il terzo attacco incendiario in 4 anni che ieri mattina ha devastato i terreni […]

E’ successo un’altra volta, è terribile, non sappiamo cosa pensare: forse diamo fastidio a qualcuno, non sappiamo a chi, però è sicuro che costoro bruciano la speranza, la cultura e il rispetto per l’ambiente”. Così la scrittrice bolognese Milena Magnani commenta il terzo attacco incendiario in 4 anni che ieri mattina ha devastato i terreni dell’associazione culturale Orto dei Tu’rat, nelle campagne di Ugento, Comune salentino tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca. L’orto fa parte di un progetto ambientale, premiato nel 2012 da Legambiente: per contrastare la siccità che rende il Salento una delle zone maggiormente a rischio desertificazione dell’Europa, i fondatori dell’associazione hanno messo a punto un sistema di irrigazione che consente di recuperare l’acqua dall’umidità portata dal Libeccio, e irrigare le piante senza apporto meccanico di acqua. Una tecnica arcaica e poco conosciuta: “Grazie a grandi mezze lune di pietra a secco, chiamate Tu’rat, che hanno la parte ‘spanciata’ rivolta verso il vento proveniente dalla Libia – spiega l’autrice di “Il circo Capovolto” pubblicato da Feltrinelli – in modo che l’aria, incanalandosi nella cavità della pietra, subisca una sorta di effetto rugiada, e scivolando tra i Tu’rat riesca a dare acqua all’orto”. L’associazione ha preso spunto dalle scoperte fatte nel deserto del Negev, nel sud di Israele.

“Le piante, tutte piante autoctone del Salento, sono arse insieme all’incendio che è divampato dall’uliveto accanto, anch’esso da soli pochi giorni in gestione all’associazione”, prosegue Magnani, che sottolinea di non avere idea dei motivi per cui “qualcuno ci vuole mettere i bastoni tra le ruote”. L’associazione organizza da tempo nella stessa sede anche iniziative culturali, incontri letterari, momenti di ballo e musica. “E’ difficile immaginare che non ci vogliano a causa delle nostre attività- continua- ma non rimane che un’ipotesi: forse qui non vogliono avere troppa gente nei paraggi”. Ripercorrendo episodi del passato, Magnani racconta: “In effetti, ogni volta che organizziamo qualche iniziativa e mettiamo la segnaletica promozionale per le strade, questa ci viene puntualmente tolta, non sappiamo da chi”. I fondatori dell’associazione, però, non ci stanno più: questa volta partirà una denuncia verso ignoti. “Il primo incendio, 4 anni fa, pensavamo fosse casuale- dice- perciò avevamo deciso di non sporgere denuncia”.

La prima volta bruciò tutto l’uliveto dell’orto, tra l’altro pluricentenario. L’anno scorso, poi, “qualcuno tentò di provocarne un altro, per fortuna senza successo”. Quest’anno, essendo bruciato il vecchio uliveto, l’associazione aveva affittato quello accanto, ed è proprio lì che è stato appiccato l’ultimo incendio, che poi si è propagato anche all’orto botanico. “Ieri eravamo tramortiti, dovevamo ancora capire cosa era bruciato, ma oggi ne parleremo anche con il Comune di Ugento, con il quale avevamo in previsione un accordo di collaborazione”, rivela Magnani. Infatti, l’associazione si stava accordando affinché “i terreni dei Tu’rat venissero visitati da scolaresche”. Inoltre, il progetto dell’orto “avrebbe potuto far parte degli Ecomusei, all’interno del Piano paesaggistico territoriale regionale- aggiunge- ne avevamo parlato con l’assessorato all’Ambiente della Regione”. Piero Gatto, dell’associazione, parla dell’immediato futuro: “Abbiamo appena finito di mettere a punto la stagione estiva con il patrocinio del Comune e della Regione”. Ma la stagione è ora a rischio.

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