L’Aquila, Arcivescovo Petrocchi: ‘il buio della città diventerà una notte luminosa’/video

E’ cominciato oggi, davanti alla Casa dello studente, il ministero episcopale all’Aquila del nuovo Arcivescovo metropolita, Monsignor Giuseppe Petrocchi.  Il Monsignore ha poi effettuato una a «visita privata» alla cattedrale di San Massimo, dove avrebbe dovuto insediarsi. Dopo affidato alla Madonna l’inizio del suo ministero episcopale all’Aquila  porgendo un omaggio floreale alla Salus Populi Aquilani , […]

E’ cominciato oggi, davanti alla Casa dello studente, il ministero episcopale all’Aquila del nuovo Arcivescovo metropolita, Monsignor Giuseppe Petrocchi.  Il Monsignore ha poi effettuato una a «visita privata» alla cattedrale di San Massimo, dove avrebbe dovuto insediarsi. Dopo affidato alla Madonna l’inizio del suo ministero episcopale all’Aquila  porgendo un omaggio floreale alla Salus Populi Aquilani , La Madonna del Popolo Aquilano. Si è poi recato alla Basilica di Collemaggio, dove è stato accolto dai fedeli, dalle autorità civili e religiose, ricevendo dalle mani del Sindaco, Massimo Cialente, le chiavi della città.
Mons. Petrocchi è il 59° della cronotassi (il primo è stato Mons. Berardo da Padula nel 1256), 12° arcivescovo e 5° metropolita della Chiesa Aquilana, succedendo a Mons. Giuseppe Molinari
Nella sua prima omelia ha ricordato che, “dopo i mesi cupi che seguirono il terribile terremoto del 6 aprile 2009, un mio amico sacerdote, che aveva visitato la Città distrutta, mi disse: «su L’Aquila è scesa una grande notte». Questa frase mi trafisse il cuore. Allora mi è venuto in mente che la notte non cala sulla terra solo per avvolgere e nascondere tutto, ma viene anche per svelare ciò che non si percepisce quando splende il sole. Proprio così, sotto certi aspetti, la notte fa vedere! Pensate alla bellezza sublime del cielo stellato: solo al buio si può cogliere e ammirare. Dunque, la notte mostra ciò che il giorno oscura con la sua luce.

Vorrei proprio che la “grande notte” che si è posata su L’Aquila fosse una occasione per riscoprire valori cristiani e umani (es.: ciò che conta e ciò che è superfluo, ciò che resta e ciò che passa, ciò che edifica e ciò che crolla), spesso occultati da una vita frenetica e secolarizzata. Ho, però, da Vescovo un desiderio ancora più struggente nel cuore: ed è che il “buio” sceso sulla Città, diventi – come a Natale e a Pasqua – una “notte luminosa”.
Se queste parole le prendiamo sul serio, non possiamo non avvertire un sussulto nell’anima. Infatti, stanno sotto gli occhi di tutti i segni impietosi della tragedia che ha colpito questa città e la sua gente.
Salvatore Romano
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