Figure perplimenti

Il pasticciaccio del “giallo kazako” getta un’ombra sinistra sul nostro Paese che, evidentemente, non ha solo scompensi di natura economica. Letta non era stato informato ed ora scrive che chi è responsabile pagherà, ma c’è poca luce, come nei romanzi di Domenico Rea o nei quadri di Rembrandt van Rjin (di cui Google celebra i […]

Il pasticciaccio del “giallo kazako” getta un’ombra sinistra sul nostro Paese che, evidentemente, non ha solo scompensi di natura economica. Letta non era stato informato ed ora scrive che chi è responsabile pagherà, ma c’è poca luce, come nei romanzi di Domenico Rea o nei quadri di Rembrandt van Rjin (di cui Google celebra i 407 anni dalla nascita), nel rimpallo di responsabilità fra le parti, mentre in ballo, ancora una volta ed anche senza Berlusconi, è la nostra credibilità come Nazione.
La Farnesina si chiama fuori dalla controversa vicenda con espulsione, poi annullata, ed un blitz delle forze dell’ordine che hanno terrorizzaro e maltrattato (pare) Alma Shalabayeva e la piccola Alua, moglie e figlia del dissidente Muktar Ablyazov, attualmente rifugiato a Londra.
Distinguo e prese di distanza degli apparati burocratici dei ministeri dell’Interno e degli Esteri non hanno convinto la stampa internazionale, come neanche la revoca del provvedimento, dopo un vertice in tutta fretta, del consiglio dei ministri.
Nella vicenda della signora Shalabayeva e di sua figlia di sei anni, giunge anche la complicazione della lettera del marito e padre, indirizzata a Letta, in cui lo ringrazia per la “decisione coraggiosa”, ma chiede anche l’aiuto del nostro Paese per riabbracciare i suoi cari.
Comunque lo sviluppo è tale che “Repubblic”a chiede le dimissioni di Alfano, mentre Sel e Movimento Cinque Stelle hanno già annunciato una mozione di sfiducia individuale contro il ministro e per domani è attesa una relazione del capo della Polizia Alessandro Pansa.
Ad aggravare la posizione di Alfano e del governo è la ricostruzione di alcuni quotidiani, secondo cui il capo di gabinetto del ministro dell’Interno sarebbe stato informato prima dell’espulsione, come del resto un ufficio del ministero degli Esteri a cui la polizia avrebbe chiesto delucidazioni su un passaporto di Shalabayeva.
Gravissime anche le accuse di maltrattamento da parte delle forze dell’ordine lanciate da Shalabayeva via internet, poi smentite dal suo avvocato Vincenzo Cerulli Irelli, che oggi ha detto che la donna è in eccellenti condiziooni e si trova agli arresti domiciliari in una delle case del padre.
E siccome piove sempre sul bagnato, ci allaghiamo di disdoro con la polemica infinita e becera di Calderoli che animalizza i membri del governo ( Letta diventa un airone, Alfano una rana, Cancellieri un cane San Bernardo) e paragona la ministra Kyenge ad un orango, con il Capo dello Stato che si dice indignato da tutto questo, come dalle recenti minacce a Mara Carfagna, apparse su Fecebook dopo la netta presa di posizione contro il Movimento 5 Stelle che intende “oscurare Mediaset” .
Come è grave l’incendio doloso che ha provocato danni per 200.000 euro al Liceo Socrate a Roma-Garbatella, atto dimostrativo e squadrista contro una istituzione che si era schierata contro l’omofobia, con gli studenti che oggi hanno innalzato striscioni che dicono che resisteranno, tutti assieme, mentre attorno l’Italia vacilla e brucia, con figure vergognose al cospetto del mondo.
Il ritorno berlusconiano a “Forza Italia” ha ripreso una retorica populista e vendittiana: per avanzare verso il futuro occorre fare un salto nel passato, mentre siamo tutti imprigionati dentro questo eterno presente che di finire non vuole proprio saperne.
Viviamo, perplessi, angosciati ed impotenti, il crepuscolo della Seconda Repubblica che non accenna a sfumare nell’alba della terza, con una eterogeinità bellicosa del blocco progressista ed il polo opposto tutt’altro che omogeneo, con socialisti e democristiani orfani dei rispettivi partiti (distrutti dalla furia sfascista dei primi ’90) e con contorno vario di reazionari individualisti, giustizialisti, innocentisti e – dulcis in fundo – post fascisti variamente cromati ed in cerca di sdoganamento.
E in tutto questo la complicità dei media è chiara e dolosa: finte emergenze a go go per far rumore e fuorviare e stravolgere qualunque senso di priorità; con nessuno, che bacchetti e fustighi davvero la classe politica per aver smesso di fare politica, sostituendo questa nobile arte con equilibrismo, demagogia, restituzioni, disegni di legge utopici e via dicendo.

Carlo Di Stanislao

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