Giorni da marmotte

Ieri Berlusconi ha spento le settanta candeline sulla sua torta di compleanno e le residue luci sul governo Letta, chiedono ai suoi di ritirarsi e, di fatto, aprendo una crisi con la scusa dell’amento dell’IVA ed il vero motivo della rabbia sulla mancanza di tutela e creando uno tsumani che affossa Pazzia Affari con apertura […]

Ieri Berlusconi ha spento le settanta candeline sulla sua torta di compleanno e le residue luci sul governo Letta, chiedono ai suoi di ritirarsi e, di fatto, aprendo una crisi con la scusa dell’amento dell’IVA ed il vero motivo della rabbia sulla mancanza di tutela e creando uno tsumani che affossa Pazzia Affari con apertura con un meno 2% e momenti difficili anche per la sua “gallassia”, con Mediaset che incassa un secco – 4% e l’intero Paese che torna a far paura sui mercati, come dimostrano anche le indiscrezioni dei giorni scorsi, poi seccamente smentite, di contatti fra il presidente della Bce Mario Draghi e Standard & Poor’s per scongiurare un taglio del rating, che circolava a livello di rumor, a “BBB” con prospettive negative.
Sale lo spread a causa della crisi che arriva a meno di due settimane dall’approvazione della legge di Stabilità , necessaria tra l’altro per correggere il lieve sforamento del deficit italiano rispetto ai parametri europei.
Ma il terremoto genera effetti dirompenti anche nel Pdl, che si dimostra non un gruppo al servizio di un monarca, ma, come ha detto stamani ad Agorà Pierluigi Battista, un vero partito con milioni di voti, con Alfano che con un messaggio su Facebook si dissocia dallo strappo deciso ad Arcore e si pone sulle stesse posizioni degli altri ministri del partito di centrodestra: Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin e Gaetano Quagliariello, dicendo che lui è “berlusconiano e leale. Però la lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà”.
Non allineato neanche Brunetta per il quale: “Il Governo non c’entra in questa vicenda, o meglio; il Governo viene eletto da una maggioranza, nella maggioranza ci sono Partito Democratico, Popolo della Libertà-Forza Italia e Scelta Civica. Bene, non è possibile che questa stessa maggioranza che regge il Governo cambi al Senato per votare retroattivamente la decadenza del Senatore Berlusconi. La fiducia? Se sarà per il Governo, non ci sarà alcun problema, il problema sarà del Partito democratico: con chi vota la fiducia, con la stessa maggioranza con cui vuol far decadere Berlusconi?”
Contrario alle dimissioni anche il senatore Carlo Giovanardi, pur ribadendo che la decisione della giunta su Berlusconi sia “una mascalzonata” “incostituzionale”.
La guerra interna al Pdl coinvolge anche una berlusconiana di ferro come Nunzia Degirolamo, che rende pubblici i suoi dubbi sulle dimissioni imposte e da ministro dell’Agricoltura afferma in una nota di non riconoscersi “in strappi estremi ed estranei alla cultura e alla sensibilità” degli elettori Pdl e di volersi attenere a valori di politico moderato.
Quagliariello è il più netto e parla di “un fallo di reazione”, aggiungendo che il Cavaliere ha ascoltato dei “cattivi consiglieri” che: “sembrano indifferenti alla condizione di molte persone, imprese e famiglie che si affidavano al contesto del pur precario equilibrio del Governo di larga intesa per ricostruire una condizione di benessere”,
Quanto a Lupi spiega che: “così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti”.
Dalla parte del Cavaliere anche la Lega Nord di Maroni che dichiara: “se serve a far cadere il governo Letta, anche i nostri parlamentari si dimetteranno”, che aggiunge che le firme raccolte dal Pdl “sono una mozione di sfiducia palese nei confronti del Governo e quindi Letta dovrebbe fare solo una cosa, rassegnare le dimissioni al presidente Napolitano”.
Il tutto mentre Berlusconi si dice sereno e annuncia di voler continuare a combattere e Napolitano, sempre più preoccupato, dopo un ulteriore incontro con Letta, afferma che procederà: “con una attenta verifica dei precedenti di altre crisi, a partire dal secondo governo Prodi” e conferma che vedrà “se ci sono le possibilità per il prosieguo della legislatura”, dimostrando ancora una volta che non ha alcuna intenzione di sciogliere le Camere e mandare gli italiani al voto.
Enrico Letta, su Reuters e in collegamento con “Che tempo che fa”, ha detto di avvertire, dopo quelle tra i ministri del Pdl e la linea dura di Silvio Berlusconi, crepe anche tra i parlamentari del Pdl e che mercoledì verificherà la sussistenza della sua maggioranza in Parlamento. “I ministri del Pdl hanno in queste ore espresso valutazioni su basi diverse rispetto a Berlusconi. Sento che anche in Parlamento questa incertezza c’è”, ha detto Letta, che ha ribadito che ritornare alle urne oggi senza aver modificato la legge elettorale significherebbe avere ancora un parlamento frazionato e un governo di larghe intese.
“Con il presidente della Repubblica abbiamo deciso che probabilmente mercoledì andrò in Parlamento a chiedere la fiducia”, ha aggiunto e ancora : “Se il centrodestra italiano diventasse europeo e moderato sarebbe un fatto importante. L’attuale partita politica è legata a questo. Spero che ci sia una parte del Pdl che ha sostenuto il governo fino adesso che non condivide il cupio dissolvi di Berlusconi”.
Della necessità di una verifica in Aula è convinto anche il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, per il quale le mosse del Pdl non possono essere considerate “un bluff”. “Tocca al premier aprire in Parlamento il chiarimento che si rende urgente. Un chiarimento che deve essere risolutivo e chiaro. Chiaro sul rispetto delle istituzioni e sulle scelte di politica economica che il governo vorrà fare. Noi siamo con Letta e con le cose dette da lui in questi giorni”, ha detto – secondo quanto riferito – parlando alla direzione del partito e sottolineando che il Pd è con lui.
Letta, che, come ha già detto, non è Jo Condor, è pronto a rassegnare le sue dimissioni se verificherà che non ci sono più le condizioni per realizzare il programma sul quale ha avuto la fiducia 5 mesi fa, ma vuole che ciascuno si assuma le proprie responsabilità di fronte al Paese.
Ed ha citato per descrivere il clima di questi giorni un film che ha visto anni fa (10 per la precisione): “Il giorno della marmotta” (in verità il titolo è “Ricomincio da capo”), in cui il protagonista Bill Murray rivive lo stesso giorno all’infinito.
Nella tradizione statunitense e canadese, nel “Giorno della Marmotta”, il 2 febbraio, si deve osservare il rifugio del roditore: se emerge e non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto; se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà di corsa nella sua tana, sicché l’inverno continuerà per sole altre sei settimane.
Non so in queste mattine come vedono le proprie ombre Letta, Berlusconi e Napolitano e quale inverno ci si prepara dopo questo estenuante, difficile, autunno.
Il mondo rappresentato da “Ricomincio da capo” è un mondo molto strano. Ma forse non è più strano del nostro mondo, come ci ricorda il fisico Feynman nelle sue lezioni del 1965, raccolte sotto il titolo de La legge fisica: “Vi dirò come si comporta la natura… Non cominciate a chiedervi, se potete, ‘ma come fa a essere così?’… Nessuno sa come possa essere così.” Quando Ramis cominciò a girare il film, i produttori gli chiesero di inserire nella storia una “maledizione della zingara” che spiegasse come mai Phil Connors doveva rivivere lo stesso giorno. Ma il regista non lo fece e fece bene, dimostrando che il viaggio del suo protagonista è un’esplorazione di varianti parallele del mondo reale, grazie alla quale ottiene l’amore di Rita che era sicuramente fuori della sua portata il primo febbraio. Questa conquista avviene grazie a un cambiamento interiore di Connors, che nell’esplorare gli universi paralleli, acquisisce la conoscenza.
Speriamo che questo miracolo avvenga in Letta e in tutti gli altri e speriamo che l’universo smisurato dei berlusconiani senza se e senza ma si ravveda e comprenda che la compagnia di un dio è noiosa. Ed anzi che essi hanno il privilegio di potersi migliorare ed è questo che li rende gli umani, tutti interessanti, perché riconoscano errori e mancanze e furbizie dei loro idoli.
Allora potrebbe accadere in questi giorni, che guardando ai fatti il popolo di Berlusconi veda l’epica di un dio che diventa uomo e miserevole e diventi protagonista di una società in cui gli uomini, senza le imposizioni di un dio, scoprono di stare molto meglio.
L’equivalente nostrano del “Giorno della Marmotta”, sempre il 2 febbraio, è “la Candelora”, che nella tradizione segna il periodo delle prime avvisaglie della fine dell’inverno e per i cristiani l’occasione giusta per purificarsi.
Storia di una tradizione ancestrale in Europa e negli Usa, Febrarius, in latino significa purificare e contiene in se il segreto dei Lupercalia, che, poi, nel folklore europeo, danno luogo alla festa dell’orso e al Carnevale.
Ci auguriamo che, in questi giorni ed in anticipo sulla data, si possa assistere ad una purificazione dei riti politici, non basati più su loro stessi e sulla salvaguardia dei singoli, ma sviluppati per dare luce e respiro ad una intera Nazione.
Il papa Gelasio I in un’apposita invettiva Adversus Andromachum senatorem, si scagliò contro la riesumazione dei Luparcali, proibendo ai fedeli di partecipare in qualsiasi modo alla cerimonia.
Adesso Berlusconi con le sue video-invettive, fa la medesima mossa, chiedendo ai suoi di rimanere uomini-capra, senza spirito di conoscenza né pensiero, incorporando le virtù del capo: obbedienza e satiriasi smisurate.

Carlo Di Stanislao

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