L’Aquila, case ATER, martedì nuova protesta

Martedì prossimo 15 ottobre, alle ore 10,30 presso il Piazzale della Villa Comunale dell’Aquila, davanti al Palazzo del Consiglio regionale dell’Abruzzo, si terrà una nuova manifestazione di protesta delle famiglie ancora sfollate, per chiedere l’approvazione di una “Legge ad hoc” per la ricostruzione e per la messa in sicurezza antisismica delle abitazioni pubbliche e private, […]

Martedì prossimo 15 ottobre, alle ore 10,30 presso il Piazzale della Villa Comunale dell’Aquila, davanti al Palazzo del Consiglio regionale dell’Abruzzo, si terrà una nuova manifestazione di protesta delle famiglie ancora sfollate, per chiedere l’approvazione di una “Legge ad hoc” per la ricostruzione e per la messa in sicurezza antisismica delle abitazioni pubbliche e private, così come stabilito dalla Legge 7 agosto 2012 n.134 (Decreto Sviluppo).
L’Art. 67 di tale legge afferma che lo stato di emergenza è cessato il 31 agosto 2012 e che la ricostruzione e ogni intervento necessario per favorire e garantire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite dal sisma del 6 aprile 2009, dovranno essere gestiti sulla base del riparto di competenze previsto dagli articoli 114 e seguenti della Costituzione.
Ogni Consigliere regionale può verificare di persona come, pertanto, le responsabilità e le competenze della Regione Abruzzo siano “chiare” e senza equivoci, provvedendo a legiferare nel merito della ricostruzione affinchè le finalità indicate dalla Legge 7 agosto 2012 n. 134 siano perseguite, per quanto di competenza, con gli strumenti previsti dalla legislazione ordinaria Regionale.
Ecco perchè una Legge Regionale Ordinaria è “necessaria e urgente” poiché con essa, oltre a razionalizzare, semplificare, assumere e coordinare le innumerevoli “Ordinanze” della Protezione Civile e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i tanti “Decreti” del Commissario delegato – nonché Presidente della Regione – Gianni Chiodi, gli “Atti e le Convenzioni” tra “soggetti attuatori” della ricostruzione, si recepisca e si rendano “veramente” attuabili i criteri, le modalità e gli obiettivi della ricostruzione che il Comune dell’Aquila, i Comuni del cratere ed i soggetti attuatori pubblici e privati dovranno unitariamente perseguire.
Il Mia Casa d’Abruzzo ed i Cittadini interessati, avendo oggi ben chiari davanti agli occhi la “situazione di fatto” e le cause che hanno portato, per esempio, alla non ricostruzione “pesante” degli alloggi pubblici dell’ATER e del Comune di L’Aquila e alla “confusionaria” interpretazione delle norme attuative prodotte in questi anni, chiedono di poter dare il proprio “gratuito” contributo.
Nessuno può “ignorare” e non considerare che nel solo Comune dell’Aquila risultano ancora “ufficialmente sfollati” 20.800 Cittadini, dei quali: 11.933 alloggiati nel Progetto CASE, 2.497 nel Progetto MAP, 454 in Affitto fondo immobiliare e accordo quadro Barete, 370 con Affitti concordati e 5.546 beneficiari del contributo di autonoma sistemazione nel Comune dell’Aquila e nei Comuni del cratere.
Tutte queste “Persone” residenti nel Comune dell’Aquila, insieme alle tante altre dei Comuni del cratere, sono solo la parte “burocraticamente visibile” di coloro che, dopo 4 anni e 6 mesi dal terremoto, aspettano ancora l’inizio effettivo della riparazione e ricostruzione, con consolidamento sismico, delle loro precedenti abitazioni.
In ciò è necessario e richiesto “l’aiuto” del Consiglio regionale e delle altre Istituzioni nazionali e territoriali.

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