Binario 16, alla stazione Santa Maria Novella: un un monumento in ricordo dei 300 deportati

Un monumento per ricordare gli ebrei fiorentini deportati settant’anni fa. Sarà installato domattina alla testa del binario 16, alla stazione Santa Maria Novella, dove il 9 novembre del 1943 quasi 300 ebrei furono ammassati sui vagoni del treno diretto ad Auschwitz, dove arrivarono il 14 novembre. Soltanto 15 sarebbero tornati indietro. L’opera d’arte porta la […]

Un monumento per ricordare gli ebrei fiorentini deportati settant’anni fa. Sarà installato domattina alla testa del binario 16, alla stazione Santa Maria Novella, dove il 9 novembre del 1943 quasi 300 ebrei furono ammassati sui vagoni del treno diretto ad Auschwitz, dove arrivarono il 14 novembre. Soltanto 15 sarebbero tornati indietro. L’opera d’arte porta la firma di Paolo Nicola Rossini, 21enne studente dell’Accademia di Belle Arti, vincitore del bando artistico indetto dal Rotary Club, dalla comunità ebraica di Firenze e dall’Accademia delle Belle Arti. Si tratta di un grande blocco in pietra Jerusalm gold, proveniente dal nord Egitto ai confini con Israele, che misura 190 metri di larghezza e 70 di altezza e pesa 70 tonnellate. Il blocco, modellato dal laboratorio Corsanini di Carrara e da Italfabbri di Brescia, appoggia su un piedistallo sul quale confluisce un binario in ferro, simbolica continuazione del binario 16. Un’opera d’arte, spiega l’autore, che intende criticare l’evoluzione cieca della tecnologia nel mondo moderno, “una tecnologia alienante che crea dipendenza e sfocia in tendenze autodistruttive”. Un contrasto tra uomo e macchina, natura e tecnica che ben si evidenzia nel contrasto tra il blocco di pietra, prodotto della terra e simboleggiante l’anima del popolo ebraico, e il ferro dei binari, quella “tecnica che se mal gestita può degenerare e distruggere l’umanità”. Proprio come è avvenuto con l’olocausto, una tragedia che secondo Rossini “corrisponde ad uno dei periodi più bui della storia dell’umanità e verso il quale mi sono sentito il dovere di esprimere la mia creatività per lasciare una testimonianza tangibile”.

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