Il Pontefice da Napolitano: lavoro, famiglia e crisi i temi centrali dell’incontro

”È un privilegio, ed è motivo di sincero orgoglio, darle il benvenuto in questo palazzo”. Comincia così il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo il colloquio con papa Francesco. “Non vorrei che la solennità formale propria di questa cerimonia – aggiunge- appannasse l’espressione dei genuini sentimenti di vicinanza e affetto che la sua […]

”È un privilegio, ed è motivo di sincero orgoglio, darle il benvenuto in questo palazzo”. Comincia così il discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dopo il colloquio con papa Francesco. “Non vorrei che la solennità formale propria di questa cerimonia – aggiunge- appannasse l’espressione dei genuini sentimenti di vicinanza e affetto che la sua figura, il suo modo di rivolgersi a tutti noi, il suo impegno personale, hanno suscitato fin dai primi momenti del suo pontificato”. Napolitano sottolinea la “faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolta da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante” in cui l’Italia viva. “Quanto siamo lontani nel nostro Paese da quella ”cultura dell”incontro” che ella ama evocare, da quella sua invocazione ”dialogo, dialogo, dialogo””. Poi il riferimento ai patti lateranensi: “Lungo questa strada” che parte dai patti Lateranensi e passa attraverso il Concordato “é stato possibile riconoscersi nel rispetto della laicità e sovranità dello Stato, e insieme della libertà e sovranità della Chiesa. Ne è stata rafforzata in modo decisivo quell”unita” nazionale che e” per l”Italia condizione di ogni sicurezza e progresso”
Ma il cuore del discorso di Napolitano è dedicato al difficile momento economico e alla fragilita sociale.”Bisogna dedicarsi al superamento dei mali più gravi che affliggono oggi il mondo. A cominciare dai mali provocati o esasperati dalla crisi di questi anni sia nelle ”periferie” di diversi continenti, in luoghi rimasti ancora ai margini di un moderno sviluppo economico e benessere sociale, sia nei Paesi della travagliata Europa”, afferma Napolitano, ponendo l’attenzione sui “mali estremi, quali da un lato la disperante condizione dei giovani privi di lavoro, che vengono ”schiacciati sul presente”, e dall”altro la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi”.
Poi il monito alla politica. “La politica, esposta com’è non solo a fondate critiche ma ad attacchi distruttivi, ha drammatica necessità’ di recuperare partecipazione, consenso e rispetto, liberandosi dalla piaga della corruzione e dei più’ meschini particolarismi”. “Può riuscirvi – aggiunge – solo rinnovando, insieme con la sua articolazione pluralistica, le proprie basi ideali, sociali e culturali”.
“Rendendole visita in questo luogo cosi” carico di simboli e di storia vorrei idealmente bussare alla porta di ogni abitante di questo Paese, dove si trovano le radici della mia famiglia terrena, e offrire a tutti la parola risanatrice e sempre nuova del Vangelo”, afferma papa Francesco. Lavoro e famiglia i temi centrali del suo discorso. “Il momento attuale è segnato dalla crisi economica che fatica a essere superata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quello di una insufficiente disponibilità’ di lavoro”, dice. “È necessario moltiplicare gli sforzi per alleviare le conseguenze e per cogliere e irrobustire ogni segno di ripresa”. “La famiglia ha bisogno della stabilità e riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione. Mentre mette a disposizione della societa” le sue energie, essa chiede di essere apprezzata, valorizzata e tutelata”, afferma il pontefice.
“In questa circostanza mi e” caro formulare l”auspicio, sostenuto dalla preghiera, che l”Italia, attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali, sappia nuovamente trovare la creativita” e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignita” di ogni persona, e a offrire nel consenso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia”. E conclude il suo discorso sottolienando la stima e l’affetto che ”il Popolo italiano, e anche io, nutre per la Sua persona e rinnovarle i miei auguri piu” cordiali per l”assolvimento dei doveri propri della sua altissima carica”.

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