Consumatori: compra un PC nel 2006 e gli vengono chiesti 4.000 euro

Esito positivo per un professionista mestrino, che si è rivolto ad Adico, Associazione Difesa Consumatori, per contestare una richiesta di oltre 4.000 euro per aver firmato, nel 2006, un contratto di leasing credendo di acquistare un pc a rate. Gli esperti dell’Associazione hanno transato con la società titolare del contratto, la piemontese Eurorenting srl, ancora […]

lavoroEsito positivo per un professionista mestrino, che si è rivolto ad Adico, Associazione Difesa Consumatori, per contestare una richiesta di oltre 4.000 euro per aver firmato, nel 2006, un contratto di leasing credendo di acquistare un pc a rate. Gli esperti dell’Associazione hanno transato con la società titolare del contratto, la piemontese Eurorenting srl, ancora prima dell’incontro di mediazione, con soddisfazione di entrambe le parti.
Il socio Adico aveva sottoscritto il contratto per l’acquisto di materiale informatico al PcCity-Unieuro di Marcon nel 2006: convinto a pagare in 24 rate, aveva firmato senza far caso alle numerose clausole. In realtà quello che aveva firmato era un contratto di locazione commerciale del bene, più comunemente chiamato leasing, che prevede la restituzione del bene al termine del pagamento delle rate. Ma dopo aver pagato le rate per i due anni previsti, si è visto chiedere oltre 4.000 euro per non aver restituito il bene. È allora che il professionista si è rivolto ad Adico, dove gli esperti hanno risposto alla lettera inviata dal legale della società di leasing contestando la nullità del contratto, visto che si tratta di un contratto differente rispetto a quello voluto dall’acquirente. Un’azione che ha colpito nel segno, visto che poco dopo aver ricevuto la diffida la Eurorenting si è resa disponibile a risolvere in via transattiva la controversia.
Adico rinnova quindi l’invito a quanti si fossero trovati nella stessa o in un’analoga situazione a contattare l’Associazione di persona allo sportello di via Volturno 33 a Mestre (da lunedì a venerdì 9-12.30 e 15-18.30), via mail a info@associazionedifesaconsumatori.it o al numero di telefono 041.5349637 per ricevere informazioni sui loro diritti e assistenza per farli valere.
«Questo tipo di situazioni è complicata e insidiosa per diversi motivi – spiegano gli esperti di Adico – in primis perché questa soluzione di solito viene proposta ai titolari di partita Iva, ai quali non si applicano le tutele del Codice del Consumo, che prevede la possibilità ad esempio di contestare clausole ritenute vessatorie e che fissa la competenza territoriale nel luogo di residenza del consumatore. In questo caso invece il foro di competenza era quello della società, e quindi Cuneo, dove l’acquirente sarebbe stato costretto a recarsi se avesse dovuto partecipare al tentativo di mediazione».

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