L.Stabilità: investimenti per il rilancio dell’economia reale

I tedeschi critici all’abbattimento dei tassi di interesse da parte della BCE obbligano, di fatto, il Governo italiano a misure autonome per il rilancio dell’economia. Avevamo individuato nelle banche e nelle famiglie il motore per la ripresa degli investimenti e per il superamento di questa fase economica caratterizzata dalla depressione. Non ci eravamo sbagliati nell’individuare […]

Increase your savingsI tedeschi critici all’abbattimento dei tassi di interesse da parte della BCE obbligano, di fatto, il Governo italiano a misure autonome per il rilancio dell’economia. Avevamo individuato nelle banche e nelle famiglie il motore per la ripresa degli investimenti e per il superamento di questa fase economica caratterizzata dalla depressione. Non ci eravamo sbagliati nell’individuare i due strumenti.Concretamente, oggi stanno circolando proposte che vanno nella direzione auspicata da Coldiretti. La legge di Stabilità non è sufficiente a rilanciare l’economia italiana. Il pressing esercitato in questi giorni dalla BCE e l’ulteriore diminuzione dei tassi di credito da questa concessi al sistema bancario europeo, sta generando reazioni negative da parte della Germania e degli altri Paesi virtuosi.Il Governatore della BCE ha fatto capire chiaramente che più in avanti non si può spingere, pena la destabilizzazione della politica economica europea, generata dalle tensioni tra Paesi virtuosi e quelli meno, come l’Italia.Nel nostro Paese, si ipotizza un pacchetto per lo sviluppo e l’occupazione dal valore di sei miliardi di euro, che marcerebbe parallelamente alla manovra. Per quanto riguarda le imprese, verrebbero messi almeno ottocento milioni di euro sul fondo di garanzia per le imprese e i Confidi, inserendo nel pacchetto Sviluppo la de-regulation, con la possibilità per le piccole e medie imprese che potrebbero emettere mini bond garantiti da beni immobiliari e non.Titoli che potrebbero poi essere acquistati da fondi specializzati o da assicurazioni, garantendo denaro fresco alle imprese. Le garanzie verrebbero in questo caso date dalla Cassa Depositi e Prestiti sia nei confronti di eventuali investitori che nei confronti di pacchetti di credito destinati alle imprese, sollevando quindi le banche dal rischio di insolvenza.In poche parole, si è finalmente capito che il problema del nostro Paese non sta tanto nel cosiddetto credit crunch (serrata del credito da parte delle banche), ma nel fatto che le banche, pur avendo in dotazione una notevole liquidità, non la erogano alle imprese, per la carenza delle garanzie concesse da queste agli istituti bancari.Sul fronte del costo del lavoro, pare andare avanti la proroga della decontribuzione per i giovani neo assunti, mentre potrebbe essere previsto uno sgravio analogo per i lavoratori over 50. Per i giovani assunti a tempo indeterminato è oggi prevista una decontribuzione del 33% fino ad un massimo di 650 euro al mese, per 18 mesi, che scendono a dodici per i neo assunti a tempo determinato. La proposta di questi ultimi giorni è di concedere altri 12 mesi di sgravio per entrambi i contratti. Sul fronte pubblico, verrebbero dirottate risorse ai Comuni, per le piccole opere immediatamente cantierabili, mentre il Governo sarebbe pronto a mettere sul piatto dei voucher per finanziare direttamente progetti di ricerca o l’acquisto di servizi utili all’attività di impresa. Riattivazione del credito, riduzione del costo del lavoro, aumento dell’occupazione giovanile, capacità di spesa maggiore da parte dei Comuni, oggi imbavagliati dal patto di stabilità e investimenti per riprendere la ricerca, rappresentano elementi indispensabili per la ripresa dell’economia reale.

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