Carburanti: agli italiani l’aumento delle accise costerà 1.443,26 mln

“Il Ministro dell’Economia Saccomanni scegliendo di tassare oltre ogni misura solo i carburanti che occorrono alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie per svolgere le loro attività, produrre reddito e gettito allo Stato – ma non quella di tassare il vizio del fumo e dei giochi – ha compiuto una scelta di parte che non […]

accise“Il Ministro dell’Economia Saccomanni scegliendo di tassare oltre ogni misura solo i carburanti che occorrono alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie per svolgere le loro attività, produrre reddito e gettito allo Stato – ma non quella di tassare il vizio del fumo e dei giochi – ha compiuto una scelta di parte che non condividiamo e sulla quale auspichiamo, certi di interpretare il pensiero delle rappresentanze del mondo delle imprese e dei consumatori che non mancheranno di far sentire la loro voce, una piena assunzione di responsabilità che conduca ad rapido cambio di rotta e ad un ripensamento da parte dell’esecutivo, sulla consueta modalità di reperire risorse sempre e solo attraverso le accise sui carburanti.”
Lo afferma Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia che già nei giorni scorsi aveva rilevato, con la collaborazione di Figisc Anisa Confcommercio, il SIA ( Stacco Italia Accise) evidenziando come di sole tasse oggi gli italiani paghino sulla benzina verde ben 25,1 centesimi più del resto d’Europa.
“La scelta di azionare la clausola di salvaguardia di cui all’articolo 15, comma 4 della legge 124/13, fatta dal Ministro Saccomanni con il DL del 30 novembre, scaricando l’onere di coprire l’IMU solo sulle accise sui carburanti, è iniqua perche’ fa pagare la tassa sulla casa anche a chi la casa non ce l’ha, dannosa per l’economia perche’ frena i consumi e genera un effetto recessivo, deleteria per il bilancio dello Stato perche’ fa venire meno il gettito fiscale ed infine contraria alla volontà del Parlamento che ha votato una misura che ripartiva il peso di una scelta, comunque sbagliata, anche sui giochi, il fumo e gli alcolici. La scelta di inasprire le accise sui carburanti è bocciata senza mezzi termini anche dai tecnici del Parlamento, e non è la prima volta. Oggi, dopo la clausola di salvaguardia a copertura del DL IMU, tocca al comma 430 della legge di Stabilita’ introdotto al Senato con il maxi-emendamento dal Governo che vuole aumentare ancora le accise sui carburanti. I tecnici della Camera infatti affermano che ‘l’ulteriore incremento delle accise sulla benzina potrebbe determinare effetti regressivi sui consumi dei prodotti interessati con conseguente difficolta’ di assicurare il gettito previsto”.
“Non possiamo più tollerare – prosegue il Presidente di Assopetroli Assoenergia – che l’unica via al risanamento dei conti pubblici sia l’inasprimento della pressione fiscale sui carburanti. La strada maestra e’, e resta, quella di una seria e puntuale revisione della spesa pubblica improduttiva. L’eccessivo carico fiscale sui carburanti – aggiunge Ferrari Aggradi – oltre all’inevitabile effetto domino generalizzato sui consumi da cui discendono anche evidenti pericoli per i livelli occupazionali, ha determinato un ammanco di gettito dalle sole accise sugli oli minerali dal 1 gennaio 2013 al 30 settembre 2013 per 508 milioni di euro. Nei prossimi 4 anni gli aumenti di accisa sui carburanti previsti da norme varate dall’attuale Esecutivo, che si aggiungono ai ben sette aumenti varati dal precedente esecutivo dei quali già alcuni erano a termine ma sono poi stati resi definitivi, rendono la situazione incandescente perche’ non più sostenibile. Infatti – precisa Ferrari Aggradi dal 1 gennaio 2014 scatteranno i seguenti aumenti sui soli carburanti: per complessivi 75 milioni di euro (DL del FARE – Legge 98/2013 art. 61 lettera e), poi dal 1 gennaio 2015 al 15 febbraio 2016 ancora un aumento per complessivi 689 milioni di euro (Decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133) ed infine dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2018 il nuovo aumento per complessivi 419 milioni di euro (art. 1 comma 430 della Legge di Stabilita’ in esame). Dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2018 i cittadini italiani al netto delle addizionali regionali (la Liguria ha una addizionale di ben 5 centesimi al litro!) subiranno una pressione fiscale attraverso l’aumento delle accise, sui carburanti per autotrazione, di ben 1.183 milioni di euro ai quali devono aggiungersi altri 260,26 milioni di euro di IVA (calcolata sulle accise) per complessivi 1.443,26 milioni di euro. Si deve porre un freno alla voracita’ dello Stato sulle accise – conclude Ferrari Aggradi che preannuncia una comunicazione al Presidente del Consiglio Enrico Letta, allo stesso Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato – occorre ricordare che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e non sulle accise e invertire la rotta se si vuole seriamente ricondurre in porto la ‘nave Italia’ che altrimenti rischia di affondare sotto il peso delle tasse”.

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