Intercettazioni: il Comune dell’Aquila attivi il piano anticorruzione

Le intercettazioni delle conversazioni dell’ex assessore alle opere pubbliche del Comune dell’Aquila, Ermanno Lisi con imprenditori, tecnici comunali e professionisti aquilani, rese note da un giornale on line, seppure archiviate dalla magistratura e senza rilevanza penale, dimostrano in maniera abbastanza evidente un quadro poco chiaro nella rete di relazioni tra i soggetti incaricati di gestire […]

intercettazioniLe intercettazioni delle conversazioni dell’ex assessore alle opere pubbliche del Comune dell’Aquila, Ermanno Lisi con imprenditori, tecnici comunali e professionisti aquilani, rese note da un giornale on line, seppure archiviate dalla magistratura e senza rilevanza penale, dimostrano in maniera abbastanza evidente un quadro poco chiaro nella rete di relazioni tra i soggetti incaricati di gestire il flusso di risorse da impegnare nella ricostruzione e ambienti economici e delle professioni. Si pone chiaramente la necessità di riproporre la questione morale come elemento essenziale nella vita pubblica cittadina. Per farlo l’amministrazione anticipi l’applicazione del piano anticorruzione, prevedendo la rotazione periodica dei dirigenti e di tutti i ruoli sensibili impedendo così, di fatto, l’eventuale creazione di zone d’ombra e di connivenza. Rifondazione Comunista a L’Aquila da sempre è impegnata nella battaglia per la trasparenza e il rispetto delle regole, come dimostrano le nostre storiche battaglie sui puntellamenti, sulle convenzioni urbanistiche e soprattutto contro le sacche di interesse e di rendita composte da settori della macchina comunale e ambienti imprenditoriali. Negli anni lo spostamento di dirigenti è stato spesso solo il frutto delle nostre denunce. Appare evidente che oggi nessuno può girare la testa dall’altra parte. L’Aquila nel momento più difficile della sua storia chiede con forza che la buona politica, quella che si scontra quotidianamente con questo tessuto d’interessi trasversali, smantelli una volta per tutte questo sistema, che nelle intercettazioni dell’informativa della polizia viene definito “mafia interna”, e restituisca ai livelli regolarmente eletti la possibilità di di amministrare in modo trasparente e nel rispetto dell’interesse comune.

Goffredo Juchich

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