Fondo per la non autosufficienza del 2013, i soldi ancora fermi

Un altro mese ancora, al massimo due, e poi i soldi arriveranno a quelle persone con disabilità, anche gravissima, alle quali erano stati destinati. Le risorse sono quelle del Fondo per la non autosufficienza, ma non parliamo di quello relativo al 2014, inserito due mesi fa in legge di stabilità, ma di quello dell’anno precedente, […]

social_interviste_spicgil.jpg_415368877Un altro mese ancora, al massimo due, e poi i soldi arriveranno a quelle persone con disabilità, anche gravissima, alle quali erano stati destinati. Le risorse sono quelle del Fondo per la non autosufficienza, ma non parliamo di quello relativo al 2014, inserito due mesi fa in legge di stabilità, ma di quello dell’anno precedente, il 2013, quando il governo era ancora guidato da Mario Monti. Era il dicembre 2012, e ancora oggi, a distanza di 14 mesi da allora, non un euro è arrivato nelle tasche dei destinatari. Ci arriveranno a breve, finalmente, dopo che ciascuna regione avrà completato l’assegnazione delle rispettive quote regionali ai singoli interventi sul territorio da finanziare.
“E’ vero, siamo in ritardo, ma nel 2013 ne abbiamo viste di tutti i colori”, spiega Lorena Rambaudi, assessore alle Politiche sociali della regione Liguria e coordinatrice della Commissione Politiche sociali della Conferenza delle regioni. “Nell’ambito degli interventi di spending review attuati nel corso dell’anno, il ministero dell’Economia ha bloccato per molti mesi le risorse, considerandoli come fondi decurtabili: c’è voluta – ricorda – l’approvazione di uno specifico emendamento per escludere i fondi sociali dai tagli e dai blocchi dei trasferimenti generali”. “Il risultato – continua Rambaudi – è che nonostante avessimo raggiunto un’intesa Stato – regioni già a fine gennaio 2013, cosa mai vista negli anni precedenti, la disponibilità effettiva della somma è arrivata solo nel mese di dicembre”. Un ritardo cospicuo, alimentato ancora dal fatto che “purtroppo in gran parte delle regioni gli uffici bilancio non permettono più di impegnare delle risorse se non c’è l’accertamento di entrata”. Accadeva cioè in passato (“anni migliori”, li definisce Rambaudi) che una volta sottoscritta l’intesa Stato-regioni sul riparto dei fondi, le quote decise per ogni regione venissero considerate “soldi sicuri”, che si potevano impegnare. “Poiché negli ultimi anni però è successo tutto e il contrario di tutto” (e qui il riferimento è a fondi già ripartiti ma poi bloccati al momento del trasferimento alle regioni, come nel caso del trasporto pubblico locale), oggi finché le risorse non sono effettivamente arrivate in cassa non è permesso mettere niente a bilancio”.
Uno sguardo al calendario per ripercorrere la storia del Fondo 2013. La legge di stabilità relativa a quell’anno viene approvata il 24 dicembre 2012 (n. 228) ed è pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2012. Alla non autosufficienza sono destinati 275 milioni di euro. Si avvia subito il confronto per la divisione della somma fra Stato e regioni, con la definizione dei criteri adottati per ripartire le risorse: il decreto di riparto poi approvato porta la data del 20 marzo 2013. A quel punto gli ulteriori controlli di legge prendono quasi tre mesi, fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (25 luglio 2013), cui segue un buco di altri cinque mesi prima che lo Stato trasferisca effettivamente alle singole regioni la quota loro riservata. In queste settimane, le regioni stanno provvedendo all’ulteriore destinazione dei fondi verso i specifici interventi da attuare, con le ulteriori difficoltà dovute ai criteri del decreto di riparto, che impegna le regioni a destinare la somma “prioritariamente, e comunque per una quota non inferiore al 30%, per interventi a favore di persone in condizione di disabilità gravissima”, ivi compresi quelli destinati alle persone con sclerosi laterale amiotrofica (che nel 2012 erano stati i soli destinatari del fondo). Regole che lasciano aperte più strade sull’effettiva assegnazione dei soldi fra le diverse categorie e che in alcune regioni (leggi Piemonte) hanno già innescato nuove polemiche.
Al di là delle difficoltà specifiche dell’annualità 2013, però, il Fondo non autosufficienza non ha mai brillato per puntualità. Tutt’altro. Carlo Giacobini, direttore di Handylex, curatore per il portale della Fish Condicio.it (Dati e cifre sulla condizione delle persone con disabilità) di una specifica scheda relativa alla storia, agli importi e ai criteri del fondo dal 2007 al 2013, parla di una “drammatica abitudine” al ritardo. Di norma, racconta Giacobini, la tempistica non è molto anticipata rispetto a quella osservata per il 2013: fra novembre e dicembre l’approvazione della legge di stabilità, in primavera il decreto di riparto che passando in Conferenza Stato-regioni, alla Corte dei Conti e infine all’ufficio legale legislativo arriva ad essere pubblicato solo “in piena estate” in Gazzetta ufficiale. E poi qualche altro mese per il trasferimento effettivo dei soldi nelle casse delle regioni, in pieno autunno. Una “drammatica normalità”, quindi, che per molte famiglie si traduce in un’insostenibile attesa di aiuto e risorse. “Una soluzione potrebbe essere la stabilizzazione del fondo – conclude Giacobini – che dovrebbe comunque accompagnarsi ad una riduzione dei tempi”. (cl/ska)

Una risposta a “Fondo per la non autosufficienza del 2013, i soldi ancora fermi”

  1. Mariangela Lamanna ha detto:

    Il problema dei ritardi è una delle nostre priorità. Sin dal 23 ottobre 2013 abbiamo chiesto che il FNA arrivi nelle casse regionali ad inizio anno. Non più tardi di due giorni or sono, in merito a questa importantissima richiesta da parte del COMITATO 16 NOVEMBRE ONLUS, abbiamo ricevuto per iscritto rassicurazioni a firma degli onorevoli Fadda Baretta e Guerra che la distribuzione del Fondo è stata accelerata sia con procedimenti normativi, svincolandola, in legge di stabilità, dalle norme relative ai tagli dei trasferimenti dalla Stato alle Regioni, sia con provvedimenti amministrativi.

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