Scandalo Banco Desio: al Tribunale di Roma va in onda il patteggiamento

Il 24 gennaio scorso Banco Desio Lazio S.p.A. e Credito Privato Commerciale SA, hanno patteggiato rispettivamente una sanzione amministrativa di 400.000e 800.000 Euro. Proprio Banco Desio – col benestare di Banca d’Italia – verrà presumibilmente affidata Banca Popolare di Spoleto, il cui commissariamento è stato di recente prolungato sino all’estate. Subito dopo aver emesso tale […]

banco desioIl 24 gennaio scorso Banco Desio Lazio S.p.A. e Credito Privato Commerciale SA, hanno patteggiato rispettivamente una sanzione amministrativa di 400.000e 800.000 Euro. Proprio Banco Desio – col benestare di Banca d’Italia – verrà presumibilmente affidata Banca Popolare di Spoleto, il cui commissariamento è stato di recente prolungato sino all’estate. Subito dopo aver emesso tale sentenza, il collegio giudicante ha ritenuto di trovarsi in una situazione di incompatibilità ed ha proposto dichiarazione di astensione. In pratica, i 3 giudici hanno dichiarato di volersi astenere in quanto – accettando il patteggiamento delle due aziende controllate al 100% da Banco di Desio e della Brianza S.p.A. – essi hanno di fatto già espresso un giudizio di merito anche sulla posizione dei restanti imputati.

In precedenza Renato Caprile, ex amministratore delegato di Banco Desio Lazio S.p.A., aveva patteggiato – prima dell’udienza preliminare – 2 anni e 10 mesi di reclusione ricevendo una sanzione amministrativa di 1.400 euro.

Il Gruppo Banco Desio finge di ignorare che per i suoi ex manager Roberto Perazzetti, Fabrizio Bollini, Daniel Tagliabue, Roberto Tosetti, Sergio Ambrogio Vergani, e per i suoi ex collaboratori RiccardoFabioAlberto Moraldi e Michele Canepa il processo a Roma continuerà nei prossimi mesi/anni. Tante sono dunque le verità che potrebbero ancora emergere a partire sul recente scandalo in cui è coinvolto l’imprenditore campano Giovanni De Pierro a proposito della discarica di Borgo Montello a Latina. Il sequestro di 270 milioni di euro effettuato dagli inquirenti del GICO di Roma ha permesso di riallacciare i fili tra tale inchiesta, che ha indagato sulle spericolate operazioni del De Pierro, e quella svolta su Banco Desio.

Nelle intercettazioni telefoniche attivate dal GICO di Roma nel 2008, i banchieri svizzeri lo chiamavano “baffetto”. Per i giudici del Tribunale di Roma che hanno firmato il decreto di sequestro dei suoi beni lo scorso 23 gennaio è semplicemente l’organizzatore di una associazione criminale finalizzata alla commissione di delitti di truffa aggravata, appropriazione indebita aggravata e riciclaggio. I canali utilizzati da De Pierro per svuotare le società che costituisce portano dritto al Banco Desio Lazio. Il nome di Banco Desio ritorna quindi in un’altra spinosa inchiesta costellata da personaggi come Giuseppe Grossi (scandalo Montecity-Santa Giulia) e retroscena inquietanti come l’omicidio di don Cesare Boschin, avvenuto nel 1995 a seguito delle sue battaglie per far luce sui traffici attorno alla discarica di Borgo Montello. Interpellato dalla Federcontribuenti, Enrico Ceci conferma che continuerà la propria battaglia per fare emergere i reali contorni dello scandalo Banco Desio, in Italia e in Europa.

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