Valentina Acciardi prima concorrente ufficiale del Grande Fratello

“Prendetemi perché vi dimostrerò che un’invalidità non è invalidante”: così si è presentata ieri, durante Pomeriggio Cinque, Valentina Acciardi, 33 anni, torinese, prima concorrente ufficiale dell’edizione numero 13 del Grande Fratello, in onda da lunedì prossimo. Oggi, digitando il suo nome e il suo cognome su Google, è impossibile non scoprire subito che a Valentina […]

Grande-Fratello1“Prendetemi perché vi dimostrerò che un’invalidità non è invalidante”: così si è presentata ieri, durante Pomeriggio Cinque, Valentina Acciardi, 33 anni, torinese, prima concorrente ufficiale dell’edizione numero 13 del Grande Fratello, in onda da lunedì prossimo. Oggi, digitando il suo nome e il suo cognome su Google, è impossibile non scoprire subito che a Valentina manca un braccio. La concorrente “amputata”, o “con un solo braccio”, o “disabile”, o anche “handicappata”: così viene presentata Valentina, nei siti e nei blog televisivi che oggi parlano di lei. D’altra parte, è stata proprio lei, ieri pomeriggio, a svelare la sua disabilità. O il suo “impedimento fisico relativo”, come preferisce chiamarlo Francesco Santonocito, presidente dell’Aidda (associazione Difesa diritti amputati). “E’ importante che una persona amputata vada in televisione: è importante, soprattutto, che sia una donna, perché rovescia i canoni estetici legati al mondo femminile. La mutilazione è, visivamente, la più severa delle patologie: mostrare una ragazza con la protesi, magari in maniche corte, è decisamente un atto di coraggio”.
D’altro canto, però, c’è qualcosa che non convince proprio Santonocito: “Innanzitutto, come al solito, si dà spazio e visibilità ai cavalli vincenti: una ragazza bella, che ce l’ha fatta, nonostante tutto. Ai cavalli perdenti,invece, quelli che l’impedimento non riescono ad accettarlo e che continuano a soffrirne ogni giorno, non si dà mai voce. E se vanno in televisione, lo fanno dopo l’una di notte!”. Il fatto poi che si stia ponendo al centro dell’attenzione “ciò che alla ragazza manca e che lei stessa ne abbia parlato fin dal principio, non mi piace. Mi chiedo: è lì perché ha qualcosa da dire, o perché le manca un braccio? C’è il rischio di una strumentalizzazione che faccia perno sul diffuso finto pietismo”.
Ed è contro questo finto pietismo che Santonocito mette in guardia: “dire che siamo diversamente abili, o che non siamo diversi, è sbagliato. Così come è sbagliato dire (come ha detto Valentina presentandosi, ndr) che l’invalidità non è invalidante. L’amputato è una persona normale, a cui però manca qualcosa: e questo gli impedirà di fare alcune cose, ma non gli impedirà di farne altre. Non sarà né migliore né peggiore per questo. E per questo non vorrei proprio che la ragazza fosse in qualche modo favorita per il suo braccio mancante, o che addirittura fosse stata scelta per questo. Perché dare tanto peso alla sua amputazione?”.
Che della disabilità si parli è comunque un fatto positivo: “Il rischio però è che siamo di fronte a un nuovo assioma cartesiano: non più penso, quindi sono, ma video-esisto, quindi sono. E’ quello che sta accadendo anche con le amputazioni, da Pistorius in poi – racconta Santonocito, che proprio di Pistorius è peraltro grande amico – Il problema è che continuano a video-esistere le belle ragazze e i campioni, con le loro amputazioni, mentre socialmente bisognerebbe far vedere anche l’amputato perdente. Soprattutto, bisognerebbe che queste persone con ‘impedimenti fisici relativi’ iniziassero a esistere anche politicamente, mentre tutti i governi, finora, hanno fatto finta di non vederli”. (cl)

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