Polveriera ucraina

Si ringhiano l’un l’altro Russia e Stati Uniti, paventando sempre più lo spettro di un conflitto in Ucraina, con John Kerry, segretario di stato della attuale amministrazione Obama, che ha condannato domenica quello che ha definito “un incredibile atto di aggressione”, riferendosi alle forze russe hanno preso il controllo della Crimea, col parlamento di Mosca […]

UkraineSi ringhiano l’un l’altro Russia e Stati Uniti, paventando sempre più lo spettro di un conflitto in Ucraina, con John Kerry, segretario di stato della attuale amministrazione Obama, che ha condannato domenica quello che ha definito “un incredibile atto di aggressione”, riferendosi alle forze russe hanno preso il controllo della Crimea, col parlamento di Mosca che ha dato al presidente Vladimir Putin il consenso per inviare l’esercito, mentre la flotta del Mar Nero – che presidia il porto di Sebastopoli – ha intimato un ultimatum alle forze ucraine in Crimea, intimando loro di arrendersi entro le 4 di domani mattina, secondo quanto riferisce l’agenzia Interfax citando fonti del ministero della Difesa ucraino.
“l’Ucraina non cederà mai la Crimea” ha detto il premier ad interim Arseni Iatseniuk , che nel corso di una conferenza stampa congiunta con il segretario britannico agli Esteri William Hague. Yatsenyuk ha chiesto “sostegno politico ed economico reale e tangibile” ai Paesi occidentali.
Nel frattempo un centinaio di attivisti filo russi ha fatto irruzione nel palazzo del governo dell’oblast orientale ucraino di Donetsk ed anche a Odessa, sulla costa meridionale ucraina, sono in corso manifestazioni pro Mosca e il palazzo del governo sarebbe stato occupato da oppositori filo russi.
I Paesi del G7 hanno condannato unanimemente Mosca decidendo anche di sospendere le attività preparatorie del G8 di Sochi finché ci saranno tensioni nella regione, con una ferma posizione presa dai leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, assieme al Presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy e al Presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso.
Ma i comunicati del Cremlino parlano di ingerenze in affari esterni e tentativi di ripristinare in Ucraina uno stato “fascista”, mentre il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha inviato a Kiev il suo vice, Jan Eliasson, perchè si possa fare un quadro della situazione sul terreno.
Come scrive Cosimo Benin,pPer capire la particolarità della posizione russa nell’equilibrio geopolitico mondiale val bene citare un aneddoto.
Nel 1942, col nemico nazista alle porte del Cremlino, il generale Budyonny informò Stalin che in mancanza d’altro alla cavalleria erano state distribuite vecchie sciabole con inciso: “Per la Fede, lo Zar e la Patria”. “Ma le tagliano le teste ai tedeschi?”, domandò Stalin. “Sì, compagno”. “Allora buon lavoro alle nostre vecchie sciabole, per la Fede, lo Zar e la Patria!”.
La Russia è, allo stesso tempo, un paese europeo che risponde alla logica dell’equilibrio fra potenze, ed un impero bicontinentale che si confronta con la potenza cinese nella lontana Asia. E che l’Ucraina, per storia e posizione geografica, sia russa c’è poco da dubitare: Kiev è stata la sede del primo nucleo statale russo nel IX secolo d.c. anche se gli stretti legami con la mitteleuropa asburgica e con la Polonia in particolare fanno del paese un’idra a due teste.
Da un lato Kiev guarda all’Occidente, all’Europa, ironicamente proprio nel momento di massima sfiducia degli europei verso le istituzioni comunitarie, ma dall’altra le radici ucraine sono saldamente puntate sul suolo russo.
La cosa più importante da tenere a mente è che il paese è attraversato da gasdotti di epoca sovietica, snodo fondamentale per i commerci di metano verso l’Europa, sicché gli interessi di Mosca sono chiari: garantire il transito del metano e mantenere l’accesso al mare verso il Mar Nero ed il Mediterraneo con la base di Sebastopoli in Crimea.
Le questioni, da sempre, sono sempre le stesse ma gli americani e gli europei), sembrano con capire, nonostante il recente caso georgiano avrebbe dovuto insegnare che l’orso russo, pur gravato dai lasciti della guerra fredda, ha ancora artigli per offendere, specie se si tratta delle carni tenere di ex repubbliche satelliti piuttosto male armate. Situazioni dalle quali sarebbe bene tenersi alla larga, favorendo l’uso del soft power e della diplomazia. D’altra parte se gli americani stanno tentando con Kiev quel che provarono con Istanbul – ampliare al massimo l’UE per vederla dissolversi – questa volta non hanno fatto i conti con Mosca.
Il quotidiano Europa scrive che adesso le opzioni in mano all’Ue sono: restrizioni finanziarie e di viaggio per la dirigenza ucraina, fine degli accordi di cooperazione e interruzione delle relazioni diplomatiche.
Ma Roma e Londra vanno con i piedi di piombo, auspicando un segnale che inviti a ragionare sull’esigenza di conservare margini per un’ulteriore escalation, avvertendo del pericolo di spezzare il dialogo e lasciare campo a Putin. Più decise Francia e Germania che prendono la leadership del confronto con Kiev, ma con la truppa dei supercauti che ora si arricchisce anche di Spagna, Paesi Bassi, Bulgaria, Grecia e Cipro.
Intanto i Crimea i venti di guerra diventano fortissimi e minacciano di dar luogo ad un tifone in grado di coinvolgere un intero continente o forse l’intero pianeta.

Carlo Di Stanislao

Una risposta a “Polveriera ucraina”

  1. Angelino Cherubini ha detto:

    Fanno bene i Russi a riprendersi la Crimea.Era loro ed è giusto ora che l’Ucraina è nelle mani di un invasato ex pugile ,fantoccio degli Americani che difendano i loro concittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *