Nonostante la crisi, gli italiani sono tra più ricchi in Ue

Gli italiani continuano a possedere una ricchezza reale netta tra le piu’ alte in Europa, largamente dovuta all’elevata diffusione della proprieta’ dell’abitazione di residenza” ma “nel 2012, la ricchezza netta complessiva e’ scesa, rispetto all’anno precedente, del 2,9% in termini reali”. E’ quanto si legge nel Rapporto Bes (Benessere equo sostenibile) presentato da Cnel e Istat. […]

poveri-italianiGli italiani continuano a possedere una ricchezza reale netta tra le piu’ alte in Europa, largamente dovuta all’elevata diffusione della proprieta’ dell’abitazione di residenza” ma “nel 2012, la ricchezza netta complessiva e’ scesa, rispetto all’anno precedente, del 2,9% in termini reali”. E’ quanto si legge nel Rapporto Bes (Benessere equo sostenibile) presentato da Cnel e Istat.

“Nel 2012 le difficolta’ economiche delle famiglie si sono accentuate: dalla diminuzione del reddito reale disponibile e della ricchezza reale netta complessiva e’ derivato un calo della spesa per consumi e un aumento degli indicatori di poverta’, soprattutto assoluta, e di deprivazione. L’indicatore di poverta’ assoluta, basato sulla spesa per consumi nel 2012, mostra un aumento di ben 2,3 punti percentuali: la quota di persone che vivono in famiglie assolutamente povere passa dal 5,7% all’8% e aumenta in tutte le ripartizioni territoriali, dal 4% al 6,4% nel Nord, dal 4,1% al 5,7% nel Centro, dall’8,8% all’11,3% nel Mezzogiorno. L’aumento, alquanto generalizzato, coinvolge in particolare le famiglie piu’ ampie, quelle composte da coppie con tre o piu’ figli, soprattutto se minori, le famiglie di monogenitori o con componenti aggregati. L’indicatore di grave deprivazione, all’11,1% nel 2011 (+4,2 punti percentuali rispetto al 2010), raggiunge il 14,5% nel 2012 ma registra un miglioramento nel 2013, scendendo al 12,5%, per la diminuzione della quota di persone in famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste, di non potersi permettere un pasto proteico adeguato ogni due giorni o di riscaldare adeguatamente l’abitazione”.

Infine, “nel 2013 aumenta la propensione al risparmio (12,8%) e sembra leggermente diminuito (intorno al 5%) il ricorso all’indebitamento. Le famiglie hanno dunque contratto i propri consumi, per poter risparmiare o indebitarsi di meno”.

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