Patologie dell’udito, all’Ospedale di Chieti protesi innovative per tornare a sentire

L’Ospedale di Chieti si conferma all’avanguardia nella cura delle patologie dell’udito. Il Servizio di Audiovestibologia, di cui è responsabile il professor Giampiero Neri nell’ambito della Clinica universitaria Otorinolaringoiatrica diretta dal professor Adelchi Croce, ha impiantato ieri per la prima volta in due pazienti delle protesi di ultima generazione a conduzione ossea. E’ un sistema che […]

ospedale_chietiL’Ospedale di Chieti si conferma all’avanguardia nella cura delle patologie dell’udito. Il Servizio di Audiovestibologia, di cui è responsabile il professor Giampiero Neri nell’ambito della Clinica universitaria Otorinolaringoiatrica diretta dal professor Adelchi Croce, ha impiantato ieri per la prima volta in due pazienti delle protesi di ultima generazione a conduzione ossea.
E’ un sistema che elimina totalmente le complicanze che potevano seguire questo genere di interventi: finora le protesi venivano ancorate al cranio con una vite alla quale si applicava un ricevitore. La presenza di questa vite era tuttavia fonte di infezioni e disagio per i pazienti. In queste nuove protesi l’apparato vibrante è invece impiantato totalmente nell’osso del cranio sotto cute mentre il ricevitore è applicato in sede mediante un magnete, in modo da eliminare totalmente le complicanze.
«La riduzione della capacità uditiva – spiega il professor Neri – è un handicap grave che determina l’isolamento sociale dell’individuo e la riduzione nel tempo delle capacità cognitive, tanto da essere indicato in letteratura come concausa di demenza senile. In alcuni casi , quando il deficit uditivo è determinato dalla distruzione del sistema di trasmissione del suono (timpano e ossicini) e il recettore è sano, è possibile impiantare nel cranio questo sistema di protesi ancorate all’osso che sostituisce il sistema trasmissivo recuperando del tutto l’udito».
Si tratta di un salto di qualità che la Clinica Otorinolaringoiatrica è orgogliosa di realizzare e rappresenta il primo passo per ampliare l’offerta terapeutica alla popolazione abruzzese. «Questo risultato – sottolinea ancora il professor Neri – non poteva essere conseguito senza la sensibilità del direttore generale, Francesco Zavattaro, e del direttore sanitario aziendale, Pasquale Flacco, i quali hanno creduto nel progetto e hanno individuato i fondi necessari all’acquisto di questi presidi terapeutici. In futuro il progetto riguarderà anche gli impianti cocleari che tecnicamente siamo già pronti ad applicare, ma che al momento non possiamo seguire nel follow-up in quanto servono i logopedisti, figure fondamentali per la riabilitazione post-chirurgica del paziente impiantato».

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