L’Aquila, ricostruzione: sequestrati 500 mila euro per truffa, tre indagati

I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo del gip presso il Tribunale Giuseppe Romano Gargarella, emesso su richiesta del procuratore della Repubblica Fausto Cardella e del sostituto procuratore David Mancini, hanno posto sotto sequestro la somma di 500.000 euro, che rappresenta il […]

ricostruzione0I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo del gip presso il Tribunale Giuseppe Romano Gargarella, emesso su richiesta del procuratore della Repubblica Fausto Cardella e del sostituto procuratore David Mancini, hanno posto sotto sequestro la somma di 500.000 euro, che rappresenta il provento della tentata truffa commessa ai danni del Comune di L’Aquila, esistente su un conto corrente dedicato alla ricostruzione di immobili danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009, intestato ad un condominio. Il sequestro giunge al termine di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Guardia di Finanza sulla riparazione delle parti comuni di un complesso residenziale composto da 70 appartamenti, ubicato a L’Aquila, zona Piazza d’Armi. A fronte di un contributo riconosciuto per la ricostruzione per un importo complessivo di 9.500.000 euro circa, l’impresa affidataria, una societa’ di capitali di Verona, attualmente in concordato preventivo, aveva rendicontato lavori in realta’ non eseguiti in tutto o in parte per un importo di 500.000 euro, ancora da fatturare e liquidare. All’aggravarsi delle difficolta’ economiche dell’impresa, il suo amministratore delegato, M.P., 55 anni, della provincia di Verona, in concorso con il progettista e direttore dei lavori, D.M.G. 68 anni, dell’Aquila e l’amministratore di condominio, D.R.A., 49 anni, sempre dell’Aquila, hanno compilato e presentato documenti attestanti i falsi lavori realizzati. Ora i tre soggetti sono indagati a piede libero per il reato di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640 bis c.p.) e falsita’ materiale commessa da privato in atto pubblico (artt. 476, 482 c.p.).

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