Gambia: golpe contro il presidente Yahya Jammeh

Il presidente del Gambia Yahya Jammeh e’ rientrato nel Paese dell’Africa Occidentale , via N’Djamena, capitale del Ciad, dopo un tentativo di golpe, soffocato dalle forze governative gambesi. Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre le forze di sicurezza hanno bloccato la capitale, mentre il governo ha emesso una breve dichiarazione, alla fine […]

gambiaIl presidente del Gambia Yahya Jammeh e’ rientrato nel Paese dell’Africa Occidentale , via N’Djamena, capitale del Ciad, dopo un tentativo di golpe, soffocato dalle forze governative gambesi. Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre le forze di sicurezza hanno bloccato la capitale, mentre il governo ha emesso una breve dichiarazione, alla fine della giornata, negando voci di instabilità. Soldati a ventaglio in tutta la città hanno esortato la gente a tornare a casa. Negozi, banche e uffici chiusi. Solo musica tradizionale nelle stazioni radiofoniche e televisive.

Continuano gli scontri tra i soldati legati alla guardia presidenziale ed ex militari del Gambia, tornati dall’esilio negli Stati Uniti e in Europa. Il presunto leader del colpo di stato sarebbe il tenente colonnello Lamin Sanneh, ex comandante delle forze armate della State House. Entrato dal vicino Senegal, il colonnello e il suo esercito hanno colpito la zona della State House, il palazzo presidenziale, e il Denton bridge, il ponte che conduce alla capitale Banjul. I soldati fedeli a Yahya Jammeh hanno opposto resistenza ed alla fine hanno sconfitto i golpisti. Sanneh sarebbe morto negli scontri. Il bilancio è di almeno cinque morti e dozzine di feriti.

Il tentativo di colpo di stato è maturato nei giorni in cui il Presidente era in visita privata a Dubai. Scampato già a due colpi di stato, uno nel 2006 e uno nel 2009, il governo era nato nel 1994, a sua volta in seguito ad un golpe, contro Dawda Jawara. Jammeh ha vinto quattro elezioni ma la sua credibilità tra i leader africani è crollata. La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), ha rifiutato di approvare la sua ultima vittoria nel 2011, con la dichiarazione che gli elettori sarebbero stati intimiditi dalla repressione.

Sostenuto fortemente dal suo partito, Alliance for Patriotic Reorientation and Construction, Jammeh gode di una larga maggioranza in Parlamento. Nonostante questo, è finito nel mirino per gravi e diffuse violazioni dei diritti umani e per la limitazione della libertà di stampa. Secondo Amnesty International difensori dei diritti umani, giornalisti e attivisti politici affrontano molestie, intimidazioni, arresti e detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni forzate. Il governo di Jammeh è stato accusato di uccisione di studenti e giornalisti nel corso di manifestazioni contro il regime. Decine di oppositori politici scomparsi o detenuti a tempo indeterminato, per mesi o anni, senza accusa né processo.

Attualmente le forze lealiste pattugliano le strade di Banjul e Kanilai. Edifici governativi, installazioni di sicurezza, porto, aeroporto, prigione di Mile Two ed altre caserme sono sigillati. Istituiti tre posti di blocco sul ponte Denton dalle forze governative. Preoccupazione per le continue notizie di colpi da arma da fuoco durante la notte a Banjul, anche se il governo tenta di negare il tentativo di colpo di stato. Le autorità gambesi hanno sollecitato la popolazione a riprendere le loro normali attività.

Federica Iezzi – Nena News

 

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