India, indigeni sfrattati per far posto alle tigri

“Nel nome della conservazione della tigre, alcuni popoli indigeni sono stati sfrattati illegalmente e con la forza dalla riserva indiana di Kanha, set del famoso ‘Libro della giungla’ di Kipling. Molte altre tribù devono affrontare lo stesso destino, in tutta l’India”. Questa la denuncia di Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli […]

indigeni“Nel nome della conservazione della tigre, alcuni popoli indigeni sono stati sfrattati illegalmente e con la forza dalla riserva indiana di Kanha, set del famoso ‘Libro della giungla’ di Kipling. Molte altre tribù devono affrontare lo stesso destino, in tutta l’India”. Questa la denuncia di Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni.

Gli indigeni sfrattati raccontano a Survival che “il Dipartimento alle Foreste li ha minacciati di mandare gli elefanti a calpestare le loro case e i raccolti se non se ne fossero andati immediatamente”. L’area “è il territorio ancestrale delle tribù Baiga e Gond, che senza le loro foreste sono condannate a un futuro senza speranza”, sottolinea l’associazione.

Le famiglie “sono state perseguitate per anni affinché lasciassero la riserva. Quando infine sono state sfrattate, non hanno ricevuto né terra né aiuti per ricostruire le loro vite all’esterno dell’area. A mesi dallo sfratto, le famiglie denunciano di aver ricevuto solo una parte del risarcimento che aspettavano – mentre altre non hanno avuto nulla in assoluto”. Ora le comunità “sono sparse nei villaggi circostanti. Il loro diritto a vivere nelle – e delle – foreste e a proteggerle è riconosciuto dalla legge indiana“.

“Vogliono darci del denaro. Noi non lo vogliamo. Vogliamo la terra. Il denaro per noi non significa nulla, perché va e viene”, aveva detto a Survival un uomo Baiga prima di essere sfrattato.

Le organizzazioni conservazioniste, spiega Survival, “devono rispettare la legge internazionale, tutelare i diritti territoriali dei popoli indigeni, chiedere loro di cosa hanno bisogno per proteggere le loro terre, ascoltarli, ed essere poi pronti a sostenerli il più possibile”.

Quanto sta accadendo a Kanha “esemplifica bene il lato più preoccupante dell’industria della conservazione: migliaia di turisti scorrazzano per il parco su jeep rumorose per fotografare le tigri assediate, mentre le comunità baiga, che per generazioni si sono prese cura dell’habitat degli animali, vengono distrutte dagli sfratti forzati– commenta Stephen Corry Direttore generale di Survival- sfrattare le tribù non salverà le tigri”.

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