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Al via la campagna “100 giorni per un reddito di dignità”

Libera promuove una campagna per chiedere che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula al Senato “per essere discussa e approvata”. Milioni di italiani che vivono in condizioni in povertà non possono più aspettare. “La povertà è la peggiore delle malattie in senso sociale, economico, ambientale e sanitario. che colpiscono il paese. E’ […]

18 Marzo 2015
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dirittiLibera promuove una campagna per chiedere che entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula al Senato “per essere discussa e approvata”.

Milioni di italiani che vivono in condizioni in povertà non possono più aspettare. “La povertà è la peggiore delle malattie in senso sociale, economico, ambientale e sanitario. che colpiscono il paese. E’ necessario rimettere lotta alle povertà e welfare al centro dell’agenda politica per costruire una risposta a problemi che riguardano la dignità e la libertà delle persone, di fronte alle diseguaglianze che aumentano, a una povertà fuori controllo, con milioni di cittadini coinvolti, una crisi economica che vede il rafforzamento dell’economia criminale e del potere delle mafie. Essendo già alcuni disegni di legge in discussione al Senato, chiediamo che in 100 giorni venga calendarizzata, discussa e approvata in aula l’istituzione del Reddito minimo o di cittadinanza”.

Con la partecipazione del BIN-Basic Encome Network eEAPN- European Antipoverty Network Italia, Libera promuove la campagna “100 giorni per un reddito di dignità”, contro la povertà e le mafie per chiedere al Parlamento di prendere una decisione importante, una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l’esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Dal 16 ottobre 2010 il Parlamento Europeo ci chiede di varare una legge che introduca un “reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva”. Sono passati cinque anni e nulla è successo. Una grande mobilitazione, una firma www.campagnareddito.eu  per chiedere al Parlamento di fare presto: entro 100 giorni una buona legge sul reddito di dignità arrivi in aula al Senato per essere discussa e approvata. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: ci sono diverse proposte di legge già presentate a Palazzo Madama.

I numeri sono drammatici: secondo i dati Istat dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ha raddoppiato e quasi triplicato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Sono infatti 10 milioni quelli in povertà relativa, il 16,6% della popolazione complessiva, ed oltre 6 milioni, il 9,9% della popolazione, in povertà assoluta. Ma oltre i dati relativi alla condizione specifica della povertà, dobbiamo comprendere nel computo finale tutte quelle fasce sociali a rischio povertà: dai working poor (oltre 3,2 milioni di lavoratori e lavoratrici) ai precari, dagli over 50 senza alcun lavoro alle donne, dai migranti ai giovani, dagli anziani a coloro che hanno difficoltà abitative il numero dei soggetti a rischio potrebbe aumentare in maniera esponenziale.

Il Reddito Minimo o di Cittadinanza- si legge nell’appello della campagna di Libera- è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per coloro che non possono lavorare o accedere ad un lavoro in grado di garantire un reddito dignitoso o non possono accedere ai sistemi di sicurezza sociale (ammortizzatori socio-economici) perché li hanno esauriti (esodati, mobilità) o non ne hanno titolo o vi accedono in misura tale da non superare la soglia di rischio di povertà. Il Reddito Minimo o di Cittadinanza,garantisce uno standard minimo di vita per gli individui e per i nuclei familiare di cui fanno parte che non hanno adeguati strumenti di supporto economico.

Il Reddito Minimo o di Cittadinanza è anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie in una fase di grave crisi e di aumento della povertà e delle diseguaglianze sociali, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno di lavoro trasformandolo in ricatto economico, per alimentare circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce per il voto di scambio. E impone al contrario un diritto che rende le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità.

La misura- prosegue Libera- è rivolta a coloro che già sono in una condizione di povertà economica, a coloro che in un dato momento della loro vita si trovano nella condizione di non poter lavorare o che hanno un reddito che non permette loro di vivere una vita dignitosa, o che hanno perso i benefici degli ammortizzatori sociali o che sono in ogni modo al di sotto di una certa soglia economica. Non c’è bisogno di misure assistenziali, né possiamo immaginare che il reddito di cittadinanza, o reddito minimo garantito, sia la soluzione del problema. E’, però, una misura indispensabile nel breve periodo per contrastare la povertà assoluta, l’esclusione sociale e il ricatto delle mafie.

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