La ‘green building’ può salvare anche l’economia

Non solo il futuro del nostro pianeta passa dalla riconsiderazione delle modalità di costruzione e manutenzione degli edifici e delle opere pubbliche, ma da un tale ripensamento potrebbe scaturire anche la rinascita economica dell’Italia dopo la crisi. È quanto emerge dal Manifesto per i buoni appalti, presentato congiuntamente dalle associazioni del Facility Management Afidamp (Anip […]

greenNon solo il futuro del nostro pianeta passa dalla riconsiderazione delle modalità di costruzione e manutenzione degli edifici e delle opere pubbliche, ma da un tale ripensamento potrebbe scaturire anche la rinascita economica dell’Italia dopo la crisi. È quanto emerge dal Manifesto per i buoni appalti, presentato congiuntamente dalle associazioni del Facility Management Afidamp (Anip FISE, Assistal, Federlavoro servizi/Confcooperative, Fnip, Legacoop Servizi), il comparto dei servizi per la gestione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e urbano della Pubblica Amministrazione. Secondo il manifesto, le attività legate a questo particolare settore (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica, ecc.), hanno fatto registrare, nel 2012, una crescita del 10,4%, con il raggiungimento di complessivi 2,5 milioni di occupati. Ma questi numeri sarebbero soltanto l’inizio e potrebbero crescere ulteriormente ed esponenzialmente “se il Paese adottasse politiche ad hoc volte alla “riqualificazione” del patrimonio pubblico esistente”. Secondo le associazioni firmatarie del manifesto, la cosiddetta “Green Building”, ossia la progettazione, la costruzione e la gestione sostenibile ed efficiente, potrebbe generare 400mila nuovi posti di lavoro entro il 2017 e garantire allo Stato un risparmio sui consumi energetici stimato intorno a 1,2 mld di Euro.

Dal 2005 al 2012, il numero delle imprese del settore è aumentato del 68%, arrivando a quota 46mila unità e facendo registrare un risultato diametralmente opposto rispetto alla tendenza generale, che nello stesso periodo ha visto praticamente scomparire un decimo delle imprese esistenti. Anche il numero di nuove imprese di settore cresce maggiormente rispetto alla media, con un +2,6%, rispetto allo 0,6% generale. Numeri che, secondo le associazioni di categoria, non possono lasciare indifferenti il governo ed il Ministro delle Infrastrutture appena insediato Graziano Delrio: “La crescita in termini occupazionali e di giro d’affari del settore dei servizi – ha commentato Lorenzo Mattioli, Presidente di Anip FISE e portavoce del Tavolo delle Associazioni promotrici del Manifesto – è ormai un dato incontestabile, cui deve fare seguito una specifica disciplina che tenga conto delle peculiarità del comparto, troppo spesso e a torto considerato meno strategico e meno rilevante del manifatturiero e delle costruzioni. Per questo riteniamo, e avanziamo la proposta al neo Ministro Graziano Delrio, sia giunta l’ora di identificare un vice Ministro con delega specifica ai Servizi, che sappia affrontare le sfide, le problematiche e sfruttare al meglio le grandi possibilita’ di crescita insite in questo settore”.

Luca Marrelli

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