Adunata Alpini: la storia di Augusto Di Loreto raccontata da un ragazzo di prima media

Un corso da marconista in Albania, i combattimenti in Grecia, poi con gli alpini della Tridentina a Bergamo e la partenza per la Russia, le battaglie, il freddo, il ritorno a casa con il pensiero ai compagni che non ce l’hanno fatta, come forse quel sergente che lo salvò caricandolo su una slitta mentre lui, […]

Un corso da marconista in Albania, i combattimenti in Grecia, poi con gli alpini della Tridentina a Bergamo e la partenza per la Russia, le battaglie, il freddo, il ritorno a casa con il pensiero ai compagni che non ce l’hanno fatta, come forse quel sergente che lo salvò caricandolo su una slitta mentre lui, ferito a un piede, camminava a quattro zampe nella neve. La storia di Augusto Di Loreto, oggi 95 anni, nelle parole di un alunno di prima media, non ha bisogno di date. La nitidezza delle immagini con cui Gabriele Mattei racconta la Seconda Guerra Mondiale attraverso i ricordi del suo vicino di casa gli hanno fatto conquistare un terzo premio ex aequo nel concorso “Scova l’alpino che hai in famiglia e racconta la sua storia”, bandito tra le scuole abruzzesi in occasione dell’88/a Adunata Alpini, in programma all’Aquila dal 15 al 17 maggio.

Gabriele, classe 1 A dell’Istituto Comprensivo “E. Mattei” di Civitella Roveto (L’Aquila), ha raccolto la testimonianza di “zio Augusto”, “lo chiamano tutti così per una forma di rispetto”, spiega. “Molti vecchi hanno difficoltà a camminare, ma lui ha un problema in più: ha perso un piede in guerra”. Scrive che “ha avuto molto piacere quando gli ho chiesto di raccontarmi quello che gli era capitato in guerra”. Intervallando il racconto con le parole del reduce il giovane scrittore riesce a rendere la drammaticità dei momenti. “Augusto era sempre stato in fanteria, ma la Tridentina aveva bisogno di marconisti e così gli fu messo in testa il cappello alpino. Giunsero in Russia nel mese di agosto, presto però arrivò il freddo”. Lucido e tremendo il racconto che segue: “Una notte, durante il periodo in cui si trovava nelle trincee lungo il fiume Don, doveva portare il cambio alle sentinelle. Lui era sergente e, avvicinandosi, aspettava che gli chiedessero la parola d’ordine. Ma le sentinelle erano morte di freddo ed erano rimaste congelate in piedi”.

Nelle ultime righe delle due pagine e mezzo del suo lavoro Gabriele riferisce che “dopo tanti scontri con i russi” gli alpini “riuscirono a passare, ma Augusto fu ferito a un piede. Camminò carponi per due giorni, a un certo punto sentì qualcuno che per scherzo gli belava come se si rivolgesse a una pecora. Era un suo amico, anche lui dell’artiglieria della Tridentina, che lo caricò su una slitta trainata da un cavallo, dove c’era un altro alpino moribondo. ‘Quella slitta mi ha salvato la vita’ dice Augusto”.

Al concorso, promosso dal Comitato “Aspettando L’Aquila 2015” e dall’Ufficio Scolastico regionale Abruzzo, sostenuto dal Comitato Organizzatore (Coa) dell’88/a Adunata nazionale Alpini, hanno partecipato 137 fra scuole primarie, per l’Idea concorso “Una Mascotte per l’Adunata”, e secondarie di primo grado per l’elaborato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *