Enciclica di Papa Francesco: salvate le banche e non i deboli

È stata presentata questa mattina, nell’aula del Sinodo, in una conferenza stampa evento, la nuova enciclica di Papa Francesco, intitolata “Laudato Si”. Un’enciclica nella quale il pontefice critica aspramente “il salvataggio ad ogni costo delle banche”, operato senza nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di un radicale ripensamento del sistema economico attuale, che non fa altro […]

È stata presentata questa mattina, nell’aula del Sinodo, in una conferenza stampa evento, la nuova enciclica di Papa Francesco, intitolata “Laudato Si”. Un’enciclica nella quale il pontefice critica aspramente “il salvataggio ad ogni costo delle banche”, operato senza nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di un radicale ripensamento del sistema economico attuale, che non fa altro che distribuire la ricchezza in maniera totalmente iniqua e svantaggiosa per le classi sociali meno abbienti e più deboli, le quali del salvataggio bancario pagano anche le spese.  E proprio quello del cambiamento economico è il tema centrale del testo scritto da Bergoglio e presentato oggi.

“Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana”, spiega Francesco nel testo. “È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa”.

C’è però un altro tipo di cambiamento, che al contrario è in corso, al quale bisognerà, secondo il pontefice, necessariamente porre rimedio nel prossimo futuro: il cambiamento climatico. “I cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. È prevedibile  che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni”. E le nuove guerre sono molto più minacciose di quelle del passato, a causa del progresso scientifico, che al contrario dei proclami è ancora in corso, mirante all’implemento di tecniche di combattimento potenzialmente devastanti per l’umanità come le armi nucleari, chimiche e batteriologiche. “Nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica”, scrive il Papa.  “Sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali”. E proprio per questo Bergoglio implora “maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti”, anche se “il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute”, mirando soltanto alla conservazione dello status quo.

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