Condannato Groening, il contabile di Auschwitz

La Seconda Guerra Mondiale continua ad avere nelle conseguenze penali anche oggi che sono passati 70 anni dalla sua conclusione. Oggi, da un tribunale di Luenunburg, è arrivata la notizia della condanna a quattro anni di carcere di Oskar Groening, ex ufficiale delle SS, conosciuto dalla storia con il soprannome di “contabile di Auschwitz”, per […]

La Seconda Guerra Mondiale continua ad avere nelle conseguenze penali anche oggi che sono passati 70 anni dalla sua conclusione. Oggi, da un tribunale di Luenunburg, è arrivata la notizia della condanna a quattro anni di carcere di Oskar Groening, ex ufficiale delle SS, conosciuto dalla storia con il soprannome di “contabile di Auschwitz”, per esser stato complice dell’assassinio di 300.000 ebrei, mandati a morire nelle camere a gas. L’ex gerarca, ormai 94enne, ha assistito, secondo le testimonianze, alla lettura della sentenza di condanna, senza esternare alcuna emozione. La pena è leggermente superiore alla richiesta dal pubblico ministero che era di tre anni e mezzo.

Questo procedimento potrebbe avere una portata epocale, perché probabilmente Groening sarà l’ultimo nazista ad essere processato in Germania. Le accuse nei suoi confronti si riferiscono al periodo compreso tra maggio e luglio 1944, quando centinaia di migliaia di ebrei dall’Ungheria furono deportati nel complesso di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, e 300 mila finirono nelle camere a gas, spesso appena scesi dal treno. Il processo si era aperto il 21 aprile scorso e ha visto coinvolte 55 parti civili, composte da sopravvissuti e parenti delle vittime. Ha fatto il giro del web la foto di Eva Kor, una delle sopravvissute ad Auschwitz, che ha testimoniato al processo, che rivede il suo nemico e lo abbraccia in segno di perdono per tutto l’odio compiuto in passato.

Groening ha da subito ammesso di sapere delle camere a gas e ha chiesto perdono per la sua “corresponsabilità sul piano morale”. Una piena confessione che per molti era dettata dalla strategia difensiva indicata dal suo legale. Il suo compito ad Auschwitz, ha raccontato, era quello di custodire i bagagli dei deportati al loro arrivo nel campo di concentramento e di raccogliere il denaro che veniva loro rubato. “Erano nemici del popolo tedesco”, ha detto nel corso delle udienze, e le SS ritenevano quindi “ragionevole” eliminarli. Il 94enne ha sempre risposto alle domande e ha detto più volte di non aver mai fatto del male a nessuno.

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