E’ nata la task force contro omofobia e abusi su deboli

Dal Friuli alla Sicilia, passando per Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata. Parte in 20 Asl, con un bacino di circa 8 milioni di utenti, l’operazione “Codice Rosa Bianca” contro gli abusi sui piu’ deboli. Una task force composta da Aziende sanitarie, Procure e Forze dell’Ordine contro la violenza che colpisce ogni […]

Dal Friuli alla Sicilia, passando per Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata. Parte in 20 Asl, con un bacino di circa 8 milioni di utenti, l’operazione “Codice Rosa Bianca” contro gli abusi sui piu’ deboli. Una task force composta da Aziende sanitarie, Procure e Forze dell’Ordine contro la violenza che colpisce ogni anno in Italia le persone fragili o vittime di omofobia.

Almeno tre milioni di cittadini indifesi. La rivoluzione antiviolenza annunciata dalla Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali, porta il nome del progetto che da quasi cinque anni e’ realta’ nella Asl 9 di Grosseto e che ora la stessa Federazione sta esportando in tutta Italia. Due giornate di “full immersion”, ieri e oggi, per spiegare a una settantina di medici e infermieri in prima linea nei pronto soccorso come approcciare le vittime di violenza. Questa stessa squadra, “a cascata”, formera’ poi altre centinaia di professionisti sanitari delle 20 tra Asl e Aziende ospedaliere che per ora hanno aderito al progetto. “La formazione a ha spiegato Direttore di Fiaso, Nicola Pinelli a si muove in armonia con i progetti anti-violenza gia’ esistenti in Italia e il successivo passo sara’ quello di aprire servizi ad hoc in ambito pediatrico”.

Il percorso “Codice Rosa Bianca” parte dalla trincea dei pronto soccorso. Qui il personale opportunamente formato a riconoscere i segnali di un trauma da abuso capisce quando e’ necessario intervenire con un setting assistenziale ad hoc. A quel punto si avvia un percorso basato sulla semplificazione delle procedure e il dialogo tra le parti, con una attenzione particolare alla tutela della riservatezza. La vittima viene accompagnata in una stanza dedicata che garantisce tranquillita’ ed e’ dotata di tutto cio’ che si rende necessario per la visita e l’eventuale accesso in borghese di polizia o carabinieri, per raccogliere testimonianza o denuncia.

Qui personale medico e infermieristico, con alle spalle una solida formazione e continui aggiornamenti, arriva gia’ informato di tutto quanto dichiarato in sede di accoglienza al pronto soccorso, cosi’ come ogni successivo specialista.

Una risposta a “E’ nata la task force contro omofobia e abusi su deboli”

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