Crisi: Consulta antiusura, più risorse e interventi per le famiglie indebitate

Monsignor Alberto D‘Urso, segretario della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II,  rivolge un appello all’esecutivo dicendo che servono “più risorse e interventi strutturali dal governo per le famiglie indebitate”, nella consapevolezza che “su gran parte dei nuclei familiari italiani pende una situazione di indebitamento irreversibile che non può risolversi da sola”. Il risanamento dei debiti delle […]

Monsignor Alberto D‘Urso, segretario della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II,  rivolge un appello all’esecutivo dicendo che servono “più risorse e interventi strutturali dal governo per le famiglie indebitate”, nella consapevolezza che “su gran parte dei nuclei familiari italiani pende una situazione di indebitamento irreversibile che non può risolversi da sola”. Il risanamento dei debiti delle famiglie, afferma, “deve assumere per lo Stato il carattere di una politica economica strutturale per uscire dalla crisi”, poiché “i cittadini, finché non saranno liberati dai debiti accumulati in questi anni di crisi economica, non potranno programmare o intraprendere alcuna attività rivolta a contribuire all‘incremento del Pil nazionale”. Per la Consulta “è anticostituzionale” che la legge 108/96 sul contrasto all‘usura “faccia rientrare tra i beneficiari del Fondo per le vittime dell‘usura solo gli operatori economici. La persistente crisi ha destabilizzato gli equilibri finanziari dei cittadini di ogni ordine e grado sociale ed economico”. “Tra le rate di mutuo scadute e le bollette delle utenze non pagate navigano tantissime famiglie italiane, alcune si sono trovate a dover rinunciare anche ai fabbisogni primari, alla dignità, alle cure sanitarie e all‘istruzione dei figli”. Il Fondo, pertanto, “dovrebbe poter essere fruibile dalle famiglie indebitate, invece anche il suo finanziamento non è a regime e congruo per il fabbisogno che si è manifestato in questi anni”.

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