Libano: gli Alpini abruzzesi ricordano la battaglia di Selenyj-jar

Gli alpini abruzzesi del Battaglione Alpini L’Aquila, attualmente schierati in Libano, hanno celebrato la memoria delle gesta degli eroi di Selenyj-jar, con un collegamento video con la nuova sede della sezione dell’ ANA Abruzzi ( Associazione Nazionale Alpini ) a L’Aquila. Le penne nere abruzzesi del Battaglione alpini L’Aquila durante la battaglia di Selenyj –jar […]

Gli alpini abruzzesi del Battaglione Alpini L’Aquila, attualmente schierati in Libano, hanno celebrato la memoria delle gesta degli eroi di Selenyj-jar, con un collegamento video con la nuova sede della sezione dell’ ANA Abruzzi ( Associazione Nazionale Alpini ) a L’Aquila. Le penne nere abruzzesi del Battaglione alpini L’Aquila durante la battaglia di Selenyj –jar – Russia nel 1942 scrissero pagine di epico eroismo, tenendo testa alle soverchianti forze Russe in condizioni climatiche estreme e con perdite ingenti. A ricordo della battaglia sul quadrivio di Selenyj-jar, i caschi blu del Battaglione alpini L’Aquila hanno realizzato e condiviso con gli alpini dell’ANA un documentario che racconta le dinamiche della battaglia evidenziando l’astuzia, la tenacia, il sacrificio ed il valore militare degli alpini abruzzesi che in Russia mantennero salda la difesa sul Don permettendo il ripiegamento dell’Armata italiana. Presenti al collegamento il Generale di Divisione Luciano Portolano – Comandante di Unifil, il Presidente ANA Sezione Abruzzi, Giovanni Natale, il Generale di Brigata Franco Federici – Comandante della Brigata Alpina Taurinense e Comandante del contingente italiano in Libano, l’Assessore Maurizio Capri, in rappresentanza del Comune dell’Aquila, il Col. Antonio Sedia – Comandante 9° Reggimento Alpini, il Ten.Col. David Colussi – Comandante del Battaglione alpini L’Aquila. Numerosi i momenti significativi del collegamento tra L’Aquila e il Libano. Non solo il ricordo dei nostri avi caduti e le parole di vicinanza e apprezzamento delle istituzioni presenti, ma ad emozionare i numerosi alpini della missione Unifil ha contribuito la testimonianza diretta del reduce Ercolino Nori di Isola del Gran Sasso, un ragazzo abruzzese che quella battaglia l’ha combattuta davvero, e che insieme a pochissimi suoi corregionali è riuscito a tornare sulle montagne abruzzesi. Alcuni componenti della fanfara della Brigata alpina Taurinense presenti in Libano hanno omaggiato la sezione ANA ABRUZZI con musiche della tradizione alpina e popolare abruzzese.

Il battaglione «L’Aquila»

I giovani abruzzesi arruolati alle armi, già molto tempo prima della nascita del Battaglione “L’Aquila”, venivano inviati a compiere il loro servizio in reggimenti e battaglioni alpini. Durante la prima guerra mondiale, 1915-18, essi furono inquadrati nel battaglione “Monte Berico” il quale ebbe tra i suoi ufficiali l’indimenticabile generale Rossi. A Recoaro il primo dicembre del 1915, fu costituito il “Monte Berico” i cui alpini provenivano dalle zone di reclutamento di Vicenza, Brescia e L’Aquila. Il Battaglione si completò il 31 marzo 1916 in Val Posina, combattendo fino alla vittoria del 1918. Tante furono le decorazioni e riconoscimenti conferiti. Il battaglione operò in vari fronti: Vallorsa, Val Posina, Kukla, Santa Lucia di Tolmino, Monte Badenecche, Val Granzella, Cesen, ponte Busche. Abruzzesi ve n’erano anche in altri battaglioni come il “Feltre”. Il “Monte Berico” fu in prima linea a Tolmino sino al 19 agosto 1919, poi fu sciolto. Forte di queste tradizioni, gli alpini sentivano sempre vivo il desiderio che fosse creato un Battaglione dal nome abruzzese in Abruzzo. Attendevano sempre dallo Stato, un segno di gratitudine e d’amore per questo loro attaccamento al colore grigio verde.

LA NASCITA.Di questo sentimento si fece interprete l’avvocato Michele Iacobucci, allora Presidente della Sezione “Abruzzi” dell’Ana. Questa iniziativa fu fatta propria dal colonnello Angelo Manaresi, all’epoca comandante del decimo Alpini, poi per molti anni sottosegretario di stato alla Guerra, che ben conosceva gli abruzzesi. Al ministero della Guerra, riuscì a rendere concrete le aspirazioni degli abruzzesi ottenendo la costituzione dell’atteso Battaglione “L’Aquila”, che nasceva in seno al Nono Reggimento con le stesse compagnie avute a suo tempo dal “Monte Berico”: 93ª, 108ª, 143ª.
A seguito della circolare 5100 del 13 aprile 1935 fu costituito il 21 dello stesso mese a Gorizia il Battaglione Alpini “L’Aquila”, in seno al 9º Reggimento Alpini, il cui nome è simbolo di ogni ardimento alpino e consacra il valore, mai smentito, dei montanari abruzzesi. Il suo motto, “D’Aquila Penne, ugne di Leonessa” racchiude il nome di quattro città all’epoca abruzzesi, bacino di reclutamento del battaglione, e cioè L’Aquila, Penne, Orsogna e Leonessa (ora provincia di Rieti), esce dalla immaginifica fantasia del poeta Gabriele D’Annunzio. Nella primavera del 1935, a Gorizia, nell’ambito del Nono, il neonato Battaglione “L’Aquila” veniva ad affiancarsi al “Vicenza” e al “Bassano”, il quale fu affidato al nuovo comandante maggiore Paolo Signorini, considerato non solo il primo comandante ma il padre e il fondatore. Dal 1935 è inquadrato nella Divisione “Julia” ed il 13 aprile dello stesso anno costituisce nella sede di Gorizia il Battaglione alpini “L’Aquila”, con le Compagnie 93ª, 108ª, 143ª, dove rimarrà fino al 1939. Nel 1938 è costituita la compagnia comando del Battaglione, e ciò a seguito di una decisione dello Stato Maggiore Esercito che riguarda tutti i battaglioni alpini.
Dal 1935 al 1939 il Battaglione fu presente alla frontiera orientale, ma spesso anche in Abruzzo, in particolare a Sulmona. Partecipa con il 9º al secondo conflitto mondiale inquadrato nella Divisione Alpina “Julia” (3º) ed è sciolto a seguito della firma dell’armistizio l’8 settembre 1943 nella Venezia Giulia. Ricostituito nel settembre 1944 nei pressi di Piedimonte d’Alife come Battaglione Alpini “Abruzzi”, dal successivo 25 novembre riprende il nominativo Battaglione Alpini “L’Aquila”, è inquadrato nel Reggimento Fanteria Speciale del Gruppo di Combattimento “Legnano”, e prende parte alla fase finale della Guerra di Liberazione, impegnando gli alpini che avevano militato nelle formazioni partigiane del Gran Sasso, formando il battaglione alpini “Abruzzi” e successivamente cambiato in “L’Aquila”. Comprendeva le compagnie: 93ª, 108ª e 143ª e 119ª. Il Battaglione dal 15 aprile 1946 è assegnato all’8º Reggimento Alpini nel quale rimane fino all’agosto 1975, con sede prima a Edolo, poi a Tarvisio (Udine). Con la ristrutturazione dell’Esercito divenuto autonomo il 1 settembre 1975, il Battaglione Alpini “L’Aquila” pur inquadrato nella Brigata “Julia” è trasferito nel capoluogo abruzzese e con decreto del 12 novembre 1976 gli viene concessa la Bandiera di guerra. In tale circostanza è reso erede delle tradizioni del Battaglione Alpini “Monte Berico” che, costituito dal 1 dicembre 1915, mobilitato dal 6º reggimento alpino, inquadrava le compagnie 93ª, 108ª e 143ª, le stesse che ora formano il battaglione “L’Aquila”. Il “Monte Berico” è stato sciolto il 19 agosto 1919 ed ha meritato nella guerra 1915-18 una Medaglia d’Argento. In precedenza, la caserma Rossi dell’Aquila aveva ospitato il Bar (Battaglione Addestramento Reclute) della Julia, con la compagnia 61ª, dislocata però a Teramo alla caserma “Grue”, dove sono stati addestrati migliaia di alpini provenienti da tutta Italia, inviati poi nei reparti friulani della “Julia”. Il giorno della partenza il capo gruppo Ana di Tarvisio, Buliani, ebbe a dire durante il discorso di commiato: «Alpini abruzzesi, purtroppo è giusto che voi ci lasciate, che ritorniate nelle vostre montagne, sappiate però che, per quanto affetto vi potranno dare i vostri concittadini, nessuno potrà volervi più bene di quanto ve ne abbiamo voluto noi friulani». Questo indissolubile legame con la terra e gli alpini friulani è andato sempre più rafforzandosi negli anni. Gli alpini abruzzesi, considerano il Friuli, la loro seconda terra.

Campagne di guerra nella seconda guerra mondiale Fronte Greco-Albanese:1940 in due mesi il Battaglione “L’Aquila” sostenne oltre trenta combattimenti. Leggendaria le battaglia per la difesa della Sella di Sant’Attanasio, di Murazzani e di Ponte di Perati. Gli alpini assottigliati nel numero e stanchi dei disagi e delle fatiche conservarono il loro valore contrastando eroicamente i greci. Il Battaglione Alpini “L’Aquila” perdeva 11 Ufficiali e 94 Alpini, 628 tra sottufficiali e alpini feriti, congelati e dispersi.
Fronte Russo.Il 16 agosto del 1942, da Gorizia, il Battaglione “L’Aquila” partì per la Russia con 52 Ufficiali, 52 Sottufficiali, 1752 Alpini, 367 muli, e 35 automezzi. Al ritorno in patria contava 3 Ufficiali e 159 Alpini. Si distinse l’allora tenente Giuseppe Prisco che è poi rimasto sempre legato agli alpini abruzzesi.
Guerra di Liberazione:nel 1944 inizia la fase della Guerra di Liberazione, dove gli Alpini d’Abruzzo vi parteciperanno da protagonisti, confermando ancora una volta il loro grande valore e coraggio, riconosciuti già dai romani, che, riferendosi agli abitanti di quelle montagne contro i quali combatterono strenuamente tre lunghe guerre, dissero “nessun trionfo è possibile contro di loro né senza di loro”. In vista della costituzione dei Gruppi di Combattimento, lo Stato Maggiore dell’Esercito dispone che venga costituito un Battaglione di alpini abruzzesi per animare la resistenza nella zona della Maiella. A metà marzo 1945, gli alpini tornano in linea sulla Gotica. La posizione dell’Aquila è la più delicata, i combattimenti sono durissimi, con continue azioni e colpi di mano, finché nella mattina del 19 aprile, “Piemonte” e “L’Aquila” attaccano rispettivamente Casa Carrara e Quota 160, poi Quote 363 e San Chierico. I tedeschi cedono e nella pianura si intravede Bologna che raggiungeranno il 21 aprile e avanzando arriva a Brescia e a Bergamo, a Como e a Torino il 2 maggio 1945, dopo aver combattuto contro i nuclei tedeschi che resistono ancora nella zona di Pavia. Il 5 maggio, al termine del ciclo operativo, il Battaglione L’Aquila è schierato tra lo Spluga e lo Stelvio ed il 18 maggio riceve la medaglia d’Argento al valore. La Campagna di Liberazione al Battaglione costò 30 morti e 175 feriti. Un contributo di valore e di sangue degno degli abruzzesi. Il 1º aprile 1946, il Battaglione L’Aquila costituirà il nucleo attorno al quale risorgerà l’8º Reggimento Alpini.

RICOMPENSE.Le ricompense al valore concesse al Battaglione alpini “L’Aquila”.
Medaglia d’oro alla bandiera al valor militare, decreto 31 dicembre 1947. Fronte russo, 15 settembre 1942-1º febbraio 1943.
Medaglia d’oro: decreto 30 gennaio 1948. Fronte greco (28 ottobre 1940-23 aprile 1941).
Medaglia d’argento: decreto 3 novembre 1921 (Vallarsa, maggio-giugno 1916) al battaglione “Monte Berico”.
Medaglia d’argento: decreto 27 luglio 1947 (Valle Idice, Bologna, Bolzano, 20 marzo – 3 maggio 1945) al battaglione “L’Aquila”.
Medaglia di bronzo al valore dell’esercito: decreto 11 dicembre 1981 (provincia di Potenza, 26 novembre – 17 dicembre 1980) al battaglione “L’Aquila”.
Il Comune dell’Aquila il 25 ottobre 2002, con delibera di Consiglio Comunale ha conferito la cittadinanza onoraria al 9º Reggimento alpini: la consegna fu fatta in una cerimonia nel settembre 2003.

Alpini del Battaglione “L’Aquila” decorati di medaglia d’oro al valor militare di origini abruzzesi:
Campomizzi Gino, alpino, nato a Castel di Ieri AQ il 1917, caduto in Russia nel 1942; fronte Russo, Ivanowka, quota 204, 153, 205. 12 – 25 dicembre 1942.
Mazzocca Giuseppe, alpino, nato a Farindola nel 1922, caduto in Russia nel 1942, Fronte russo, Ivanowka, quota 204, 22 dicembre 1942.
Rebeggiani Enrico, tenente, nato a Chieti nel 1916, caduto in Russia nel 1942.

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