Un italiano: “Ho perso il lavoro, lavo i vetri ai semafori. Lo Stato mi ha lasciato solo”

“Sono italiano, ho perso il lavoro, per non perdere anche la dignità lavo i vetri ai semafori nelle strade di Roma“. Pietro ha 43 anni e ha raccontato la propria storia a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , contattato da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG […]

Sono italiano, ho perso il lavoro, per non perdere anche la dignità lavo i vetri ai semafori nelle strade di Roma“. Pietro ha 43 anni e ha raccontato la propria storia a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (www.unicusano.it) , contattato da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, conduttori del format ECG Regione.

Pietro ha 43 anni, un divorzio alle spalle e una malattia superata da poco: “Io non posso stare senza lavorare. Non voglio gravare sugli altri, non voglio fare il parassita.  Ho avuto tanti problemi, una malattia, ho un divorzio alle spalle. Preferisco lavare i vetri per strada piuttosto che andare a mangiare alla Caritas. Almeno posso comprarmi da mangiare e pagare l’affitto di una stanza. Ho rinunciato a tutto, non voglio rinunciare anche alla dignità. Anche se è dura. E’ dura. Sono stato lasciato solo da tutti, sono stato ucciso in maniera sociale”.

La vita in strada è dura, Pietro lo sa: “Per sopravvivere lavo i vetri da una settimana. E nessuno deve permettersi di venirmi a dire che quello è il suo semaforo, che non ci devo lavorare e altre cose simili. Io sono a casa mia e non mi piacciono i prepotenti. Gli stranieri mi guardano negli occhi e capiscono che non devono darmi fastidio. Se un italiano arriva a questo punto è perché non ce la fa più.  Io ho avuto una brutta malattia, sono riuscito a guarire e oggi vivo con me stesso in pace, ma dopo aver superato tanti problemi non è giusto che io non possa vivere una vita normale. Non voglio mollare, lo devo anche ai medici che mi hanno guarito. E quando sento i nostri politici dire che va tutto bene, mi chiedo in quale mondo vivano. Ci sono tanti cittadini come me, invisibili. Meritiamo anche noi di vivere. Questi politici non possono pensare solo agli immigrati. Io sono italiano, perché nessuno mi tutela? Non sono razzista ma mi ci stanno facendo diventare. Posso fare il manovale, il portiere, l’imbianchino, l’autista, qualunque cosa. Il lavoro nobilita l’uomo. Fatemi lavorare. Lo Stato pensa ad integrare i rifugiati, ma non pensa a reintegrare chi come me ha attraversato un momento difficile e ora vive ai margini. Si stanno impegnando solamente con gli immigrati. Quanto guadagno lavando i vetri? Circa 20 euro al giorno, qualche volta 40, qualche volta 10. Con me le persone sono gentili”.

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