Aborto: allarmi fuorvianti, medici piu’ che sufficienti

Sono “fuorvianti” gli allarmi sulla mancata applicazione della legge sull’aborto in Italia a causa dell’elevato numero di medici obiettori, come sostenuto tra gli altri da Roberto Saviano sull’Espresso. Lo chiarisce il ministero della Salute, sottolineando che gli aborti dagli anni ’80 a oggi sono piu’ che dimezzati nel nostro Paese, mentre il numero degli obiettori […]

Sono “fuorvianti” gli allarmi sulla mancata applicazione della legge sull’aborto in Italia a causa dell’elevato numero di medici obiettori, come sostenuto tra gli altri da Roberto Saviano sull’Espresso. Lo chiarisce il ministero della Salute, sottolineando che gli aborti dagli anni ’80 a oggi sono piu’ che dimezzati nel nostro Paese, mentre il numero degli obiettori e’ rimasto invariato. “il risultato – scrive in una lettera all’Espresso Ranieri Guerra, Direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero – e’ che il numero di IVG (Interruzioni Volontarie di Gravidanza) a carico di ciascun ginecologo non obiettore, per settimana, e’ sceso da 3.3 (nel 1983) a 1.6 (nel 2013), come media nazionale, considerando 44 settimane lavorative in un anno. Il carico di lavoro settimanale medio nazionale, quindi, per ciascun ginecologo non obiettore, e’ sempre stato basso, e comunque in trent’anni si e’ dimezzato”.

“Andando poi a considerare le medie regionali – si legge nella lettera – nel 2013 si va da un minimo di 0.5 aborti a settimana per la Sardegna (per ogni non obiettore) a un massimo di 4.7 nel Molise. E andando a livello sub regionale, approfondimento fatto nell’ultima relazione per capire la variabilita’ territoriale del fenomeno, possiamo vedere che il massimo di IVG settimanali per ciascun ginecologo non obiettore e’ in due Asl, una in Sicilia e una nel Lazio, dove se ne eseguono rispettivamente 9.6 e 9.4 a settimana. In tutte le altre Asl i valori sono sempre inferiori. Quindi anche nelle situazioni piu’ critiche, ciascun non obiettore, a livello di singola Asl, ha a suo carico meno di dieci Ivg a settimana: un valore che consente lo svolgimento di altre attivita’, per i ginecologi non obiettori, e al tempo stesso non dovrebbe costituire problemi nell’accesso alle donne che richiedono l’Ivg”. In conclusione, secondo Guerra “e’ evidente quanto sia fuorviante parlare di “mancata applicazione della legge 194″, come commentato da Saviano.

Casi decontestualizzati” non possono essere considerati “rappresentativi dell’intero sistema. Singoli episodi, per quanto sempre dolorosi e inaccettabili, si riscontrano in ogni ambito sanitario e sono sempre oggetto di attente valutazioni, effettuate anche attraverso le ispezioni della task force ministeriale appositamente costituita, ma non possono e devono essere assunte a fenomeno nazionale. In sintesi dobbiamo distinguere le singole criticita’ specifiche dall’articolazione dell’intero sistema, riconoscendone il funzionamento, quando documentato, come in questo caso”.

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