A Parma arriva il Muro della gentilezza

Prima era apparso in via D’Azeglio, poi si è spostato in borgo delle Colonne. A Parma, il Muro della gentilezza è tornato. Di cosa si tratta? Di un filo appeso a un muro, sotto ai portici, con appesi dei sacchetti contenenti indumenti, cibo, scarpe, libri, medicinali. Sopra, un cartello, scritto in tante lingue (dall’arabo all’inglese, […]

Prima era apparso in via D’Azeglio, poi si è spostato in borgo delle Colonne. A Parma, il Muro della gentilezza è tornato. Di cosa si tratta? Di un filo appeso a un muro, sotto ai portici, con appesi dei sacchetti contenenti indumenti, cibo, scarpe, libri, medicinali. Sopra, un cartello, scritto in tante lingue (dall’arabo all’inglese, dal francese al dialetto parmigiano): “Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ti serve, prendilo”. Doni -rigorosamente anonimi- per le persone in difficoltà, magari infreddolite, oppure affamate. Chi lo desidera, può lasciare appeso qualcosa; chi ha bisogno, può prendere quello che gli serve, senza chiedere nulla. L’importante, è che tutto sia impacchettato per bene e con cura, in modo che si mantenga in buono stato. Come anticipato, il primo Muro della gentilezza nella città emiliana era apparso qualche giorno fa sotto i Portici dell’Ospedale Vecchio, ma ha avuto vita breve: i vigili urbani, in aperta polemica con i cittadini che chiedevano di non toccare nulla, l’hanno rimosso. Poche ore fa, il suo ritorno: oltre al filo e all’invito nelle diverse lingue, anche un messaggio ben preciso: “Amico vigile…Tolasudolsa” – tipica espressione parmigiana per dire ‘prendila con serenità’ – e un appunto: “I muri di solito dividono, questo unisce. Non toglietelo!”.

L’idea del Muro della gentilezza (Wall of kindness) è venuta lo scorso ottobre a un cittadino di Mashhad -capitale del Razavi Khorasan, nel nord-est dell’Iran, a un centinaio di chilometri da Teheran- che ha appeso a un muro, dopo un mano di vernice colorata, qualche gruccia con vestiti usati, con un cartello: “Se non ne hai bisogno lascialo. Se ne hai bisogno prendilo”. Di lì a poco sono apparsi giacche, scarpe e vestiti in tante altre città iraniane, grazie anche al passaparola sui social, con l’hashtag #WallOfKindness, e alla contributo del quotidiano locale Hamshahri.
I Muri della gentilezza si sono moltiplicati nella capitale, dove il numero di senzatetto è in costante aumento (fonti ufficiali parlano di almeno 15mila persone, ma c’è chi ritiene che il totale sia molto più alto). E dopo poche settimane, l’iniziativa è sbarcata in Cina, Brasile e anche in Emilia. (Dire)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *