Strage ad Ankara

Il sangue torna a scorrere ad Ankara. L’esplosione di un’autobomba al passaggio di un convoglio di soldati ha causato almeno 28 morti e 61 feriti. La polizia turca ha identificato l’autore dell’attentato: e’ un siriano, entrato recentemente in Turchia come rifugiato e presentato come vicino alle milizie curde della Siria: e’ quanto scrivono i media turchi. […]

Il sangue torna a scorrere ad Ankara. L’esplosione di un’autobomba al passaggio di un convoglio di soldati ha causato almeno 28 morti e 61 feriti. La polizia turca ha identificato l’autore dell’attentato: e’ un siriano, entrato recentemente in Turchia come rifugiato e presentato come vicino alle milizie curde della Siria: e’ quanto scrivono i media turchi.

Il conducente del veicolo imbottito di esplosivo che ha distrutto numerosi pullman militari vicino alla sede dell’esercito si chiamava Salih Necar ed è morto nell’esplosione, scrivono il giornale Yeni Safak, vicino al governo, e Sozcu, opposizione. E’ stato identificato dalla polizia scientifica attraverso le impronte digitali che erano state registrate dai servizi di immigrazione durante il suo recente ingresso in territorio turco. Secondo i due quotidiani, la polizia ritiene che fosse vicino alle Unita’ di Protezione del popolo, Ypg, le milizie che sono il braccio armato del Partito dell’Unione, Pyd, il principale partito curdo della Siria. Nessuna di queste informazioni e’ stata confermata da fonti ufficiali.

Il premier Davutoglu ha cancellato la visita in programma a Bruxelles. Il 10 ottobre scorso sempre ad Ankara l’attentato più sanguinoso della storia turca: alla vigilia delle elezioni due kamikaze si fecero saltare all’uscita della stazione centrale della capitale uccidendo oltre 100 persone e ferendone 400. Nessuno ha rivendicato l’azione anche se l’analisi del Dna rilevarono che uno dei due attentatori suicidi era fratello del kamikaze che il 20 luglio 2015 uccise 33 persone a Suruc, nella Turchia sud-orientale, ad una riunione di giovani socialisti. Quell’attentato venne rivendicato da Isis.

Intanto il mini-vertice sui migranti siriani tra 11 Paesi Ue e la Turchia previsto per giovedì è stato cancellato, in seguito all’attentato. Davutoglu ha immediatamente annullato la sua trasferta. Lo si apprende da fonti Ue. Da Roma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che domenica sarà ad Ankara per una visita programmata da tempo, ha espresso profonda commozione e solidarietà al popolo e al governo turco per l’attentato.

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