Nel 2015 diminuiscono in Abruzzo le imprese over 35, cresce l’imprenditoria giovanile

Secondo l’analisi svolta dal CRESA sulla base dei dati del Sistema Camerale, le imprese abruzzesi under 35 sfondano il tetto delle 15.000 unità, arrivando a quota 15.496, 10,5% del totale delle imprese operanti in regione, peso leggermente superiore alla media nazionale (10,3%). Il 2015, con 2.676 iscrizioni (30,8% delle iscrizioni totali) e 1.387 cancellazioni (16,2% delle cancellazioni complessive), […]

Secondo l’analisi svolta dal CRESA sulla base dei dati del Sistema Camerale, le imprese abruzzesi under 35 sfondano il tetto delle 15.000 unità, arrivando a quota 15.496, 10,5% del totale delle imprese operanti in regione, peso leggermente superiore alla media nazionale (10,3%). Il 2015, con 2.676 iscrizioni (30,8% delle iscrizioni totali) e 1.387 cancellazioni (16,2% delle cancellazioni complessive), si chiude con un saldo positivo di +1.289 attività giovanili, risultato tanto più sorprendente se si considera che, senza l’apporto degli under 35, lo stock complessivo delle imprese in Abruzzo avrebbe fatto registrare una perdita di 1.156 unità. L’incremento di imprese giovanili è di 429 unità a Pescara , di 308 all’Aquila, di 289 a Teramo e di 263 a Chieti. In termini di rilevanza percentuale delle giovanili sul totale delle imprese è L’Aquila, con 3.481unità, a registrare la maggior quota di attività under 35 (11,4%), seguita da Pescara (4.058 imprese pari all’11,1%), Teramo (3.833 unità pari al 10,7%) e Chieti (4.121 imprese pari al 9,1%). Nella graduatoria nazionale per incidenza delle imprese under 35 sul totale provinciale, L’Aquila si posiziona al 29° posto, Pescara al 31°, Teramo al 35° e Chieti al 71°. C’è da osservare che, nell’ambito di tale classifica, le prime 35 posizioni sono occupate, se si escludono Frosinone, Prato e Novara, da province meridionali e insulari, (Milano, ad esempio, occupa il 93° posto) il che induce a ritenere che “il mettersi in proprio” sia spesso una possibile alternativa ad un futuro lavorativo lontano ed incerto.

“I giovani abruzzesi mostrano una incoraggiante volontà di mettersi in gioco – commenta il direttore del CRESA, Francesco Prosperococco – e iniettano nell’economia regionale nuove energie e competenze, elementi fondamentali per la crescita di ogni sistema produttivo. Qualunque siano le motivazioni che li spingono, inclusa la difficoltà a trovare un’occupazione, è necessario evitare di sprecare tali risorse ed incoraggiare il diffondersi tra i giovani di un clima di fiducia nel futuro che rappresenta anch’esso un formidabile motore di sviluppo”. Le imprese giovanili sono più fragili della media regionale sotto il profilo della forma giuridica; il 70,4% di esse, contro il 59,6% del totale delle imprese abruzzesi, è costituito da imprese individuali, il 9,3%, contro il 15,7%, da società di persone e solo il 18,6% contro il 22,0% da società di capitale. L’incidenza delle configurazioni giuridiche “più deboli” è particolarmente alta nella pro- vincia di Chieti.

I giovani imprenditori abruzzesi, al pari di quanto si osserva a livello medio nazionale, hanno scelto di operare nel 2015 soprattutto nel commercio (603 nuove iscrizioni), nelle costruzioni (194), nella ristorazione (173). A caratterizzarsi come attività “più giovanili” sono le attività di alloggio e ristorazione e quelle finanziarie ed assicurative, nell’ambito delle quali le iscrizioni delle imprese giovanili rappresentano quote superiori al 40%, seguite dal commercio (37%) e dai servizi di informazione e comunicazione. Ad essi, che fanno registrare in tutte le province quote importanti delle iscrizioni under 35 sul totale di settore, si aggiungono i servizi professionali all’Aquila (40,0%) e quelli di supporto alle imprese a Pescara (37,2%). Un contributo rilevante allo stock di imprese giovanili viene dalle donne e dai cittadini stranieri residenti nella regione. Delle 15.496 iniziative imprenditoriali under 35, infatti, 4.747 (30,6%) ve- dono la presenza femminile, 2.431 (15,7%) straniera. Anche in termini di crescita del tessuto imprenditoriale giovanile, sono le donne e gli stranieri, con saldi positivi rispettivamente di 459 unità (+35,6% del saldo totale delle imprese giovanili, il miglior risultato tra le regioni italiane) e di232 unità (18%), ad imprimere una spinta determinante.

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